Le sorprese dell’estate musicale fiorentina sembrano destinate a non fermarsi: a riempire la nuovissima location della Cavea del Teatro dell’Opera il 28 Luglio arriva anche Damien Rice.
Difficilmente gli appassionati di musica rimarranno scontenti; se fosse un festival, Firenze tra Giugno e Luglio avrebbe una line up degna dei migliori raduni-culto, e certamente ben più poliedrica. A questo cast stellare, che spazia dalle grandi icone del rock alla popstar per antonomasia Madonna, passando per l’amatissima Alanis Morrissette, si aggiunge oggi – grazie all’organizzazione di Live On – questa straordinaria new entry.
Un salto indietro nel tempo, per Damien: proprio dalla Toscana nel 1999 parte il suo grand-tour attraverso l’Europa. Un autentico viaggio di formazione, iniziato fuggendo dalla prima band Juniper e da un futuro a suo avviso troppo commerciale all’ombra della major Polygram, e conclusosi un anno dopo con il ritorno nella natìa Irlanda. Partire giovane promessa, tornare con una valigia di canzoni in cerca di produttore.
Merito forse del coriaceo DNA gaelico, della lontana parentela, o semplicemente della consapevolezza del proprio talento, l’indirizzo sulla busta del suo demo è prestigioso: quello di David Arnold, compositore al servizio di sua Maestà James Bond per molti film, ma soprattutto collaboratore di Chris Cornell e Björk.
Il 2002 segna così contemporaneamente debutto e successo, con il singolo d’oro “The Blower’s Daughter” e il fortunato album O, arricchito anche dalla voce di Lisa Hannigan, sua spalla fino al 2007 in praticamente ogni performance. Il resto è storia: fatta di passaparola, record di vendita, live emozionanti e melodie struggenti e inconfondibili.
Ma anche e soprattutto di una diffusione virale. Molti probabilmente non conoscono il suo volto, ma certo le canzoni di Rice attraversano l’etere in lungo e largo intercettando un pubblico vastissimo, a partire dagli amanti delle serie televisive più disparate: da CSI a Dawson’s Creek, ma anche L Word e Lost, per dirne alcune.
Lo stesso singolo d’esordio d’altronde trova consacrazione, stavolta sul grande schermo, nella colonna sonora del torbido Closer: alle stelle della pellicola capitanate da Julia Roberts e Jude Law si aggiunge quella del cantautore irlandese.
Dieci anni di carriera, attraversati in punta di piedi, con quell’espressione sempre un po’ stupita e un aggettivo che lo accompagna ovunque: poetico. Se dovessimo scegliere noi una definizione, mutueremmo invece il brano di apertura del primo dei suoi album in studio: Delicate, capace di accarezzare le corde della sensibilità come quelle di una chitarra.
Sappiamo che è un grande fan dei Radiohead, e che proprio in occasione di un loro concerto nel 2008 ha deciso di partire alla volta di Barcellona con una vecchia Mini e un registratore portatile: on the road again, sempre in cerca di ispirazione, con il progetto “Ten Days To Barcelona”. Se l’estate fiorentina fosse un lunghissimo festival, avrebbe potuto condividere il palco proprio con Thom Yorke e soci. Intanto, godiamocelo il 28 Luglio.