Istruzioni per l’uso dedicate all’universo operoso femminile e a quello infantil-materialista maschile, Teresa Mannino si racconta, sorride e graffia. Dal 9 all’11 febbraio al Puccini.
Ne è passato di tempo dal 2007, quando l’attrice siciliana si aggiudicò a pieno titolo con i suoi accattivanti monologhi il pubblico della prima serata di Canale 5 a Zelig, dapprima come protagonista e poi come conduttrice. Una personalità solare e radiosa, ironica ma comunque mai volgare, imprevedibile e sfiziosa “come un arancino appuntito stracolmo di ragù e mozzarella”, intelligente e preparata, non lascia niente al caso.
Lei soltanto sa cosa significa essere una donna palermitana trapiantata a Milano e lo spiega meglio di chiunque altro, da bimba siciliana che ama Heidi e che a Palermo viene chiamata “la milanese”. Teresa si racconta, nella difficoltà di accettare la nebbia e il grigiore della città e nella soddisfazione di essere una donna e una mamma felice, ma pur sempre in preda al panico nel dare un nome alla figlia che non suoni troppo esotico. Lo fa con una raffica di battute incalzanti, taglienti, che si scagliano contro la frenetica vita metropolitana, la difficile convivenza con l’orgoglioso mondo maschile, la follia della modernità e dulcis in fundo le tradizioni culinarie siciliane, troppo pesanti al Nord.
Questa la trama di uno spettacolo che scorre con la stessa spontanietà e immediatezza di un salotto, in un pomeriggio qualunque, riuscendo a coniugare una raffinata tecnica attoriale con una capacità di improvvisazione assolutamente geniale e spontanea. Diciamolo, è la donna giusta con cui trascorrere una serata diversa da tutte le altre, a suon di risate e puro sarcasmo.