Fresco di debutto nazionale, arriva al Teatro Puccini di Firenze E’ stato così di Natalia Ginzburg, che vedrà sulla scena un’eclettica Sabrina Impacciatore diretta da Valerio Binasco.
È stato così, romanzo pubblicato da Einaudi nel 1947, è la storia di un amore lucido e impetuoso, per nulla rassicurante, una confessione dettata dal dolore travolgente di una moglie che da anni è costretta a sopportare il fallimento del proprio matrimonio. Il regista Valerio Binasco affida l’interpretazione di questa toccante vicenda ad una delle attrici cinematografiche più premiate negli ultimi anni, l’accattivante Sabrina Impacciatore, che si ritrova a vestire i panni di una donna sola destinata a perdersi nelle proprie passioni, delirante e rabbiosa a causa di una gelosia soffocata per effetto di un tradimento.
In molti associano il nome dell’attrice protagonista ai programmi di Boncompagni (Non è la Rai e Macao) o ai film di Muccino (L’ultimo bacio e Baciami ancora), in pochi forse sanno che Sabrina Impacciatore ha recitato con grandi maestri del cinema italiano come Ettore Scola, Citto Maselli, Paolo Virzì, Mel Gibson e Giovanni Veronesi.
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In E’ stato così da vita a un monologo dal ritmo inarrestabile, tagliente nelle osservazioni, verace nei modi di fare, ci racconta la storia di un amore ossessivo che genera il disperato desiderio di colmare un grosso vuoto interiore, nella continua speranza e ricerca di sentirsi amata. Un ritratto di donna profondo emerge dallo spettacolo, una psicologia variegata al femminile e piena di sfaccettature.
«Gli ho detto: “Dimmi la verità!”. E lui ha detto: “Quale verità?”. E disegnava in fretta qualcosa sul suo taccuino e m’ha mostrato cos’era, era un treno lungo lungo con una grossa nuvola di fumo nero e lui che si sporgeva dal finestrino e salutava col fazzoletto. Gli ho sparato negli occhi». Questo l’atroce preludio dello spettacolo È stato così, che toccherà le nostre corde emotive più intime, alla riscoperta di un’attualità scomoda di un omicidio consumato tra coniugi che non hanno saputo comunicare né guardarsi davvero.