Riccardo III, uno dei personaggi più malefici del teatro shakespeariano, in scena al Teatro Lumière per la regia di Daniela Morozzi.
Il protagonista assoluto dell’opera è uno dei personaggi più crudeli tra le opere di William Shakespeare che si macchia di crimini efferati in nome della sua sete di potere. Inizia così la storia dell’inarrestabile e sanguinaria scalata al potere del fratello del Re Edoardo IV d’Inghilterra e, ben presto, ci si rende conto che il deus ex machina dell’intera vicenda è proprio lui. La storia esiste solo perché Riccardo ne intesse i fili: uccide tutti i discendenti della casa reale, sposa la nobildonna di cui ha ucciso padre e figlio, stipula alleanze, le tradisce e sogna i fantasmi delle persone che ha assassinato. E’ lui insomma il motore e il creatore della narrazione. A dirigere le scene la bravissima Daniela Morozzi, accompagnata dal direttore musicale Leonardo Brizzi.
Daniela Morozzi e Leonardo Brizzi incontrano Shakespeare con 18 giovanissimi musicisti, la Bequadro Big Band, uno dei più riusciti progetti di attività didattica ed educativa, in una originale messa in scena e messa in musica. Sul palco la Big Band non solo suonerà brani originali scritti e diretti dal maestro Brizzi, ma avrà anche la funzione di “scenografia musicale umana”, componendo una serie di quadri visivi per dare immagine e vita all’intera vicenda. La Band sperimenta suoni e strumenti musicali variegati tra cui: flauti, clarinetti, sassofoni contralto, sassofoni soprano, sassofoni tenore, tromba, trombone, chitarra elettrica, chitarra basso, pianoforte e percussioni.
Affrontare Riccardo III è come entrare in un intricato labirinto di relazioni che passano dal politico al personale e che come spettatore ti lasciano completamente stordito e anche un po’ perduto. Riccardo è un personaggio enigmatico, da tragedia greca, che mette completamente in gioco l’anima per raggiungere i suoi obiettivi. Gioca con ironia sarcastica con se stesso e con il destino degli altri, mettendo la sua esistenza sempre al limite dell’umano, camminando come sulla lama di un coltello e sempre in equilibrio tra la vita e la morte. Un salto nel vuoto insomma, che ancora affascina e sa emozionare.