Riccardo III al Teatro Lumière dal 10 al 12 febbraio

Riccardo III, uno dei personaggi più malefici del teatro shakespeariano, in scena al Teatro Lumière per la regia di Daniela Morozzi.

Il protagonista assoluto dell’opera è uno dei personaggi più crudeli tra le opere di William Shakespeare che si macchia di crimini efferati in nome della sua sete di potere. Inizia così la storia dell’inarrestabile e sanguinaria scalata al potere del fratello del Re Edoardo IV d’Inghilterra e, ben presto, ci si rende conto che il deus ex machina dell’intera vicenda è proprio lui. La storia esiste solo perché Riccardo ne intesse i fili: uccide tutti i discendenti della casa reale, sposa la nobildonna di cui ha ucciso padre e figlio, stipula alleanze, le tradisce e sogna i fantasmi delle persone che ha assassinato. E’ lui insomma il motore e il creatore della narrazione. A dirigere le scene la bravissima Daniela Morozzi, accompagnata dal direttore musicale Leonardo Brizzi.

Daniela Morozzi e Leonardo Brizzi incontrano Shakespeare con 18 giovanissimi musicisti, la Bequadro Big Band, uno dei più riusciti progetti di attività didattica ed educativa, in una originale messa in scena e messa in musica. Sul palco la Big Band non solo suonerà brani originali scritti e diretti dal maestro Brizzi, ma avrà anche la funzione di “scenografia musicale umana”, componendo una serie di quadri visivi per dare immagine e vita all’intera vicenda. La Band sperimenta suoni e strumenti musicali variegati tra cui: flauti, clarinetti, sassofoni contralto,  sassofoni soprano, sassofoni tenore, tromba,  trombone,  chitarra elettrica, chitarra basso,  pianoforte e percussioni.

Affrontare Riccardo III è come entrare in un intricato labirinto di relazioni che passano dal politico al personale e che come spettatore ti lasciano completamente stordito e anche un po’ perduto. Riccardo è un personaggio enigmatico, da tragedia greca, che mette completamente in gioco l’anima per raggiungere i suoi obiettivi. Gioca con ironia sarcastica con se stesso e con il destino degli altri, mettendo la sua esistenza sempre al limite dell’umano, camminando come sulla lama di un coltello e sempre in equilibrio tra la vita e la morte. Un salto nel vuoto insomma, che ancora affascina e sa emozionare.