Le due opere della grande mente fiorentina in scena: una drammaturgia che ha dato spunto alle storie toscane di tutti i tempi.
Proprio perché dopo di lui sono nati i testi che hanno reso grande la letteratura italiana, l’Arca Azzurra Teatro, ospite al Teatro di Rifredi, dedica queste ultime due settimane di novembre a Niccolò Machiavelli.
Considerato il fondatore della scienza politica moderna (forse oggi lo si colpevolizzerà per questo!), questo fiorentino rinascimentale ha indicato un uso spregiudicato e disinvolto del potere con Il Principe, vero e proprio manuale per governare.
Al di là della sua filosofia, ciò che caratterizza le opere di Machiavelli è uno stile semplice e schietto, leggibile a tutti, che ha ispirato tanti altri drammaturghi fino ad arrivare a Ugo Chiti, autore contemporaneo toscano interessato alla ricerca delle tradizioni popolari e alla sperimentazione di un linguaggio espressivo concreto, proprio come era stato per Niccolò.

Chiti riscrive le due celebri commedie di Machiavelli.
In scena dal 24 al 27 novembre La Clizia: il comico e tragico innamoramento del vecchio Nicomaco per la sua “quasi figlia” Clizia, passione che mette in crisi non solo il singolo uomo, ma il nucleo familiare e la società a cui appartiene.
Il 29 e 30 novembre, invece, sul palco di Rifredi andrà La Mandragola, storia di beffe e tradimenti, quadro pittoresco del contrasto tra l’astuzia e la dabbenaggine: narra di come il giovane Callimaco riesca a diventare l’amante di Lucrezia, moglie dell’anziano Nicia.
Due appuntamenti con la tradizione e con la beffa, con la confusione di un mondo che non è mai cambiato.
Foto di Ugo Chiti © Massimo Fossati
Foto de “La Mandragola” © L. Bojola