“Ciò che è destino avvenga, avviene; e ciò che non deve avvenire, non avverrà”. L’Ultimo Harem, liberamente ispirato ai racconti de Le mille e una notte, per la regia di Angelo Savelli al Teatro di Rifredi di Firenze, l’ottava annata di un successo che si ripete.
Ritrovarsi immersi nella nebulosa atmosfera di un hammam, nell’ammaliante città di Istambul nel 1909, alla vigilia della chiusura degli harem, tra palazzi imperiali, stoffe pregiate e notti d’oriente proiettate sullo sfondo. Questa la realtà suggestiva che attende gli spettatori curiosi, con un cast impeccabile sul palcoscenico: Valentina Chico, nei panni dell’indomita Humeyra, Riccardo Naldini nelle vesti dell’insinuante eunuco Sumbul, e la magnetica Serra Yilmaz, la saggia ed intrigante guardiana dell’Harem.
L’ultimo harem è uno spettacolo creato da Angelo Savelli, nato dalla folgorazione artistica e dalla complicità dell’acclamato regista Ferzan Ozpetek, alla cui originale sensibilità dobbiamo lo stimolo per la prima idea di questo progetto. La brava ed estroversa attrice turca, Serra Yilmaz, è anche una delle protagoniste del lavoro cinematografico, firmato dallo stesso Ozpetek, Harem Suare del 1999, presentato al 52° festival di Cannes.
Ecco che l’Harem non risulta essere una cinta di mura invalicabili quanto piuttosto un luogo dello spirito, un’attitudine pericolosa in cui cadere prigionieri, un carcere mascherato da palazzo dove racchiudere le proprie donne, ma anche le proprie fragilità. Al contrario di quanto si possa pensare, l’harem si rivela, dalle parole dell’anziana guardiana alla giovane e inesperta Humeyra, un luogo di potere per le donne che riescono a sedurre il sultano grazie a quella che è la loro vera arma nella lotta dei sessi: il racconto. Niente c’è di più sensuale di due amanti che parlano e si raccontano storie nelle notti di luna. La camera oscura come il gran palazzo del sultano, la donna di oggi come quella di allora e, ancora, le mille storie di una notte…