Il Viaggio a Reims, ossia L’albergo del Giglio d’oro: la prima al Teatro Comunale

È un’occasione imperdibile per Firenze: Rossini europeista nella nuova produzione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dal 18 al 24 gennaio.

(di Maria Teresa Renzo)

Su, si parte, bisogna andare all’incoronazione del re di Francia, a Reims! Allo stabilimento termale Giglio d’oro di Plombières si preparano alla partenza dame e cavalieri, viveurs provenienti da tutta Europa. Quando finalmente è tutto pronto, mancano i cavalli per partire. I signori non si perdono d’animo e organizzano un banchetto per omaggiare il nuovo re. Più che un Viaggio un non-Viaggio. La cantata scenica, Il Viaggio a Reims, ossia L’albergo del Giglio, che apre la stagione 2012 del Teatro Comunale di Firenze il 18 gennaio, fu composta da Gioacchino Rossini nel 1824 in occasione dell’incoronazione di Carlo X, re di Francia, e già dopo quattro recite scomparve senza lasciare traccia. Tornò sulla scena solo nel 1984.

La nuova produzione del Teatro del Maggio è una novità assoluta, un debutto sulle scene fiorentine, se si esclude quella di Boboli del 2004 (senza coro). Dramma giocoso a carattere celebrativo, apoteosi del bel canto, grande meccanismo ad orologeria di un Rossini in stato di grazia che utilizza con ironica maestria tutti i tessuti della drammaturgia musicale, dal genere buffo a quello serio (nonostante la trama esile del libretto di Luigi Balocchi), un vero compendio del teatro musicale del suo tempo. L’estremo dinamismo della partitura sottolinea i tic, le nevrosi, i vezzi e gli accenti propri di una società europea ante litteram e per questo assolutamente attuale. Una produzione impegnativa per il teatro che, per l’occasione, è tornato ad essere una vera impresa coinvolgendo tutte, o quasi, le maestranze interne.

Altro debutto è quello del Direttore Daniele Rustioni, 28 anni per la cronaca, abbinato alla effervescente regia di Marco Gandini. Le scene, di Italo Grassi, cambiano continuamente in connessione alla drammaturgia, alla scrittura rossiniana; classiche, ma capaci di contraddire allo stesso tempo quel classicismo, proprio come fa la musica. Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, luci di Marco Filibeck, costumi di Maurizio Millenotti. Ampio lo stuolo di cantanti necessario, specie per il gran pezzo concertato a 14 voci, il più grande ensemble scritto per un’opera.

Un Rossini ritrovato, un affresco straordinario del cosmopolitismo europeo affrontato con la giusta dose di ironia e genialità, un creative team ispirato, un doppio cast, insomma imperdibile: cercatevi in tempo un cavallo!