Il 26 febbraio appuntamento con la realtà: Giuseppe Battiston e il cantautore Gianmaria Testa ci raccontano nello spettacolo 18mila giorni – Il pitone come l’Italia sta cambiando. E anche in fretta. Al Teatro Giotto di Vicchio (Firenze)
Attraverso le parole di Andrea Bajani, la coppia inedita Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa descrivono con contrappunti musicali la storia dell’Italia di oggi come una favola della quale conosciamo tutti la morale ma di cui tutti stentiamo a credere l’esistenza. Ebbene sì: l’Italia ai tempi dei licenziamenti.
18mila giorni: il Pitone parte da due considerazioni: il tempo e una metafora. Il tempo perché diciottomila giorni corrispondono a 50 anni. L’età esatta del nostro protagonista nel momento in cui viene licenziato. La metafora serve a farci digerire una realtà a dir poco amara: quando in ufficio, vicino alla tua scrivania, si sistema uno più giovane di te, dagli tempo. Con pazienza, abilità e furbizia ti farà fuori.
Tagliato fuori, annientato, declassato: è così che il nostro uomo si sente mentre perde tutto ciò che possedeva: il lavoro, la moglie e il figlio che nel frattempo lo hanno abbandonato. Vive rintanato in un appartamento/ discarica di cose, ricordi e sentimenti mentre fuori la società è sempre più veloce, più cinica, più consumistica e volubile.
Una discesa senza freni nel baratro del precariato, piaga sociale dei nostri tempi. 18mila anni – Il pitone non vuole essere una tragedia annunciata, bensì una personale riflessione sulle prospettive sociali degli italiani radicalmente “mutate” nel corso del tempo proprio come la pelle del pitone, che cambia allo scopo indispensabile di un miglior adattamento al terreno, così i lavoratori di sempre devono adeguarsi e affrontare il problema delle carriere in transito, che prendono il sopravvento.
“Con il teatro e la musica e con la speranza che questo mondo, che sembra essere immutabile possa essere cambiato –dice il regista Alfonso Santagata– noi affronteremo e racconteremo questa storia”.