Qualcuno forse ricorda il numero esatto, ma sapete anche la loro storia e i loro segreti? Noi vi sveliamo cosa si nasconde dietro ai ponti di Firenze.
I ponti di Firenze, senza contare la passerella pedonale dell’Isolotto e il nuovo ponte della tramvia, sono 10. Il primo, Ponte Vecchio, nacque in epoca romana e solo nel XIII secolo ne furono costruiti altri tre, quelli che qui vi mostriamo.
Si dovrà poi aspettare fino all’Ottocento, con il Granduca Leopoldo II per vederne realizzare altri due dove attualmente si trovano il Ponte alla Vittoria e Ponte San Niccolò.
Quando nel 1944 l’esercito tedesco in ritirata fece saltare tutti i ponti allora esistenti, ad eccezione di Ponte Vecchio, la città li ricostruì nel giro di pochi anni aggiungendone anche di nuovi nel corso dei decenni.
Il secondo tra i ponti di Firenze
Sapete perché Ponte Vecchio si chiama così? Il ponte alla Carraia fu il secondo costruito a Firenze, attorno al 1220, e i fiorentini presero ad indicare il ponte a monte già esistente come Ponte Vecchio. Il ponte ha sempre avuto questo nome che nacque per il grande traffico di merci e carri che lo attraversava.
Voluto e gestito dai Frati Umiliati, per attraversarlo si pagava un pedaggio. Ricostruito varie volte nei secoli, il ponte che oggi vediamo fu costruito fra il 1948 ed il 1952 e per la pendenza del suo arco è soprannominato ponte gobbo.
Ponte alle Grazie
Terzo ponte di Firenze costruito nel 1237 per collegare i borghi fuori le mura di Santa Croce e San Niccolò, fu voluto dal Podestà Rubaconte di Mandello da cui prese il primo nome. Il ponte aveva ben 9 arcate e arrivava in origine fino alla attuale via San Niccolò.
Negli anni sulle pile del ponte furono costruiti dei piccoli edifici e tabernacoli. Uno di questi era dedicato alla Madonna del Soccorso, detta Santa Maria delle Grazie, da cui il ponte poi prese il nome.
In uno degli edifici vivevano in clausura le monache benedettine, dette murate e quando nel Quattrocento si trasferirono nel convento di via Ghibellina il loro nome divenne quello dell’intero complesso, le Murate appunto.
Alla fine dell’Ottocento il ponte fu allargato per far passare la tranvia e gli edifici demoliti. Dopo la guerra il ponte fu ricostruito nel 1957 sul progetto di un gruppo di cui faceva parte anche Giovanni Michelucci.
Ponte Santa Trinita
Quarto ponte costruito a Firenze nel 1254, dopo varie rovine e ricostruzioni, fu Cosimo I de’ Medici ad incaricare il grande scultore e architetto fiorentino Bartolomeo Ammannati di costruire un ponte degno del rinnovato splendore di Firenze.
Realizzato alla fine del ‘500 in pietra forte, secondo un disegno della curvatura detto a manico di paniere, è l’unico ponte di Firenze ricostruito dopo la guerra cercando di seguire il disegno originale e con gli stessi materiali recuperati dal letto del fiume.
In realtà, pur se il disegno è pressoché uguale a quello dell’Ammannati, le pietre recuperate furono solo una parte e fu così necessario riaprire le cinquecentesche cave di pietra forte esistenti nel Giardino di Boboli per completare la costruzione. Terminato nel 1958, l’unico pezzo mancante era la testa della statua della Primavera, una delle 4 statue che da sempre ornano il ponte.
La testa fu ritrovata solo nel 1961 da alcuni renaioli che si aggiudicarono così la ricompensa offerta dall’antiquario Bellini per il ritrovamento.
Fin qui la storia dei ponti di Firenze, quelli storici. Se invece volete conoscere le curiosità sui “giovani”, c’è sempre il nostro post dedicato a Ponte all’Indiano e Ponte di Varlungo.
Crediti fotografici: Ponte alla Carraia – Aldoaldoz; Ponte alle Grazie – Andrew J Ferguson; Ponte Santa Trinita – Eric Parker; Storia di Firenze – Archivio Gizdulich