Piazza Santa Trinita

Piazza Santa Trinita e i suoi 4 stili per 3 lati

Questa piazza particolare di Firenze si presenta unica nel suo genere: ha tre lati, e fin qui tutto bene, ma espone ben quattro stili diversi. Cerchiamo di raccontarvi come.

Palazzo Spini-Ferroni dal ‘300 con furore

austero palazzo si vede sia da Piazza Santa Trinita sia del ponte omonimo. La sua pietraforte a vista ha portato a pensare che l’architetto potesse essere Arnolfo di Cambio, già progettista di Palazzo Vecchio o Lapo Tedesco, il padre di Arnolfo di cui si hanno notizie sporadiche e solo per mano del Vasari.
Prima del 1824 esistevano un torrione che dava sul ponte, collegato al palazzo tramite l’arco dei Pizzicotti, ma vennero entrambi abbattuti per un progetto che prevedeva l’allargamento del Lungarno.

Palazzo Buondelmonti ad un respiro dal rinascimento

Piazza Santa Trinita

Questo palazzo era l’esempio delle dimore patrizie fiorentine: intonaco giallo pallido, finestre contornate da un bugnato e, all’ultimo piano, un elegante loggiato. Molto più sobrio rispetto ai suoi futuri parenti. Ci sono anche due targhe d’interesse storico: una ricorda l’ospitalità data a Ludovico Ariosto da un Buondelmonti e l’altra quando Gian Pietro Vieusseux vi aprì il suo famoso gabinetto, del quale la Piazza Santa Trinita fu la prima sede.

Palazzo Bartolini-Salimbeni è più facile criticare…

Progettato da Baccio d’Agnolo, questo edificio è il primo esempio di architettura rinascimentale pura. Venne terminato verso il 1520 con le sue forme classiche, le finestre quadrate e, udite udite, gli angoli retti per la prima vota in Piazza Santa Trinita. Le forti ombre proiettate dalle rientranze e le sporgenze danno un grande effetto plastico all’edificio. Ma proprio per questo i fiorentini furono molto duri su questo palazzo: non gli piaceva per niente. Così Baccio d’Agnolo fece scolpire sopra il portale questo motto in latino: Carpere promptius quam imitari, cioè Criticare è più facile che imitare.

La chiesa di Santa Trinita non è quel che sembra

Piazza Santa Trinita

Questa chiesa, in realtà basilica, ha tre momenti importanti: l’inclusione nelle mura risalente al 1172, l’ampliamento verso la metà del ‘200 in pieno stile gotico e infine il tardo cinquecento. Proprio in questo periodo l’architetto di Cosimo I, Bernardo Buontalenti, fu incaricato di costruire una nuova facciata. Invece di rifarsi all’interno della chiesa, Bernardo pensò bene di dare un’armonia rispetto a Piazza Santa Trinita. L’effetto fu perfetto: la facciata simmetrica in pieno stile barocco si accosta perfettamente ai palazzi di cui abbiamo parlato.