Quando si parla del gelato a Firenze non tutti sanno che fu Bernardo Buontalenti a ricreare questo grande dessert. Noi vi raccontiamo la sua storia.
Buontalenti: il vero uomo rinascimentale
Bernando Timante Buonacorsi, vero nome di Buontalenti, fu uomo dalle mille qualità: allievo del Vasari, architetto, scultore, pittore, ingegnere militare e scenografo.
Per la famiglia de’ Medici progettò svariati palazzi e ville, tra i più importanti ricordiamo: la Villa di Pratolino, il Casino di San Marco e la Villa di Poggio a Caiano.
Non solo, ma si dedicò anche all’organizzazione scenografica e gastronomica dei banchetti dei Medici. Quando Maria de’ Medici sposò per procura Enrico IV di Francia, allestì una festa grandiosa nel Salone dei Cinquecento: tre grandi tavolate dividevano la sala e quando gli invitati presero posto, un grande leone si aprì in due mostrando i gigli di Francia, per poi mutarsi in aquila e volare via.
Arrivati ai dessert, la tavola degli sposi si divise in due, scorrendo ai lati della sala, facendo apparire una fontana che zampillava liquori. La creatività artistica di Buontalenti non conosceva limiti ma il suo vero capolavoro fu il gelato.
Il Gelato a Firenze viene da lontano
Questa antica pietanza, nella forma di sorbetto mischiato a miele e frutta, ha antenati dappertutto: in Cina, in Arabia, alla corte di Alessandro Magno e poi dai romani.
Nel Medioevo si perse questa ricetta ma il gelato a Firenze era duro a morire. Ruggeri, un pollivendolo della Firenze cinquecentesca, ritroverà queste antiche ricette con cui vincerà un concorso culinario indetto dai Medici. Tanto che finirà in Francia a servizio di Caterina de’ Medici come pasticcere.
Ma il vero gelato a Firenze è una tradizione e venne ideato da Buontalenti durante una visita di alcuni ambasciatori spagnoli. L’artista fu incaricato dai regnanti fiorentini di organizzare “festini da far rimanere come tanti babbei gli stranieri, spagnoli per giunta”.
Bernardo diede sfogo alle sue capacità: creò una nuova ricetta a base di latte, miele, tuorlo d’uovo e un tocco di vino. Così oltre il gelato, fece nascere anche la crema all’uovo e lo zabaione.
Questa è idea di dolce fu rivoluzionaria. Il vero gelato a Firenze permise di poter gelare tutto, comprese la materie grasse come latte e uova. Insomma: altro che Vatel.