Da due anni a questa parte Monna Lisa non dorme sonni tranquilli. Tutti danno la caccia alle sue spoglie mortali. Ti porto alla scoperta dei luoghi legati ai misteri della Gioconda a Firenze.
Povera Monna Lisa, non la lasciano tranquilla neppure dopo secoli. Scavi archeologici, tombe aperte, esami del dna, super radar per individuare anche il più piccolo resto umano riconducibile a Lisa Gherardini.
La sua colpa? Essere stata – secondo la maggior parte degli studiosi – la prima modella di Leonardo da Vinci per il celebre quadro della Gioconda.
Il mistero di Monna Lisa e del luogo della sua sepoltura, devo ammetterlo, affascina un po’ anche me, ma alcune volte il grande dispiegamento di forze lascia perplessi. Ripercorriamo allora la storia di Monna Lisa e della Gioconda in tre tappe fiorentine.
Convento di Sant’Orsola
La caccia alla Gioconda inizia nel cuore di San Lorenzo, in un convento abbandonato. Dietro le finestre murate di Sant’Orsola, nell’aprile del 2011, sono partite le ricerche del Comitato Nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali. Il nome chilometrico indica un gruppo di esperti e studiosi che si dedica ad affrontare i misteri non risolti dalla storiografia ufficiale.
Secondo il comitato, che ha rintracciato documenti e prove, esiste la possibilità che Monna Lisa sia stata sepolta proprio all’interno del convento, fondato nel ‘300 dalle monache benedettine.
Due anni fa sono partite, sotto l’occhio di telecamere da tutto il mondo, le ricerche con geo-radar e apparecchiature super tecnologiche. Risultato: nella chiesetta di Sant’Orsola, i cui resti sono venuti alla luce dopo gli scavi archeologici, sono saltati fuori 8 scheletri.
Solo quelli che passeranno l’esame del carbonio 14, risultando vecchi 500 anni, saranno sottoposti all’analisi del dna.
Santissima Annunziata
La seconda tappa del mistero della Gioconda a Firenze è la basilica di Santissima Annunziata. Qui, nella cripta dei Martiri dietro l’altare maggiore, dovrebbero essere sepolti il marito di Lisa Gherardini (Francesco di Bartolomeo del Giocondo) e i due figli.
La tomba verrà riaperta dopo 300 anni, venerdì 9 agosto 2013. Il dna prelevato sarà confrontato con quello degli scheletri umani trovati nel Convento di Sant’Orsola. Un momento chiave che potrebbe mettere la parola fine a questo mistero.
La Gioconda a Firenze, in mostra agli Uffizi
Di un mistero risolto parlano invece le immagini d’epoca. Non tutti ne sono a conoscenza, ma la Gioconda è stata esposta agli Uffizi di Firenze, anche se per breve tempo, insieme ad altri due capolavori di Leonardo da Vinci: l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi.
È successo nel 1913, due anni dopo il colpo del secolo: l’imbianchino Vincenzo Peruggia rubò dal Louvre di Parigi il celebre quadro, il 21 agosto del 1911. Approfittando del sonno pesante di un custode, staccò il dipinto e lo nascose sotto la giacca, uscendo indisturbato dal museo. Nel 1913 Peruggia cercò di vendere il quadro in Italia, ma fu scoperto e arrestato.
L’allora direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi, riuscì a ottenere che la Gioconda fosse esposta nella galleria fino al gennaio del 1914.
Photo credits: immagine in evidenza – www.inri.it; Sant’Orsola – Provincia Firenze Uff. Stampa Florence Multimedia; Santissima Annunziata – Richard Mortel; Gioconda a Firenze – Wikipedia