L’ultimo capolavoro di Paul Thomas Anderson arriva nei cinema di Firenze. Parliamo di The Master, il film ispirato alla fondazione di Scientology e candidato a 3 Golden Globe.
Dal 3 gennaio anche nelle sale fiorentine arriva una delle pellicole più attese dell’anno: The Master, l’impietoso affresco psicologico di Paul Thomas Anderson sull’America degli anni ’50.
L’indisciplinato enfant prodige del cinema hollywoodiano, reduce dal trionfo al Festival di Venezia 2012, porta sugli schermi italiani un racconto epico e possente, un viaggio senza ritorno nella mente di un individuo perduto e di una società che prospera sulle disgrazie altrui.
Dopo l’apocalittico Magnolia (1999) e il racconto nero de Il petroliere (2008), il regista torna a scavare nei meandri della mente umana, dove il rapporto vittima-carnefice si trasforma in un tragico apologo sulla tirannia del potere.
Al centro della vicenda la relazione tra Freddie (Joaquin Phoenix), un veterano della Marina affetto dalla sindrome del reduce, violento e alcolizzato, e Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), il Master del titolo a capo di una setta che specula sulle rovine psicologiche del secondo conflitto mondiale.
Sullo sfondo l’America del dopoguerra, potenza indiscussa e prosperosa ma irrimediabilmente corrotta sul piano umano. Un Paese che, dietro i fasti del successo economico, striscia lungo la sfera del dominio e della manipolazione.
A dare corpo ai due protagonisti troviamo lo sguardo vitreo del selvaggio Joaquin Phoenix e l’indiscussa eleganza di Philip Seymour Hoffman, quanto meno perfetto nel ruolo di Guru assoggettatore.
In questo rapporto tra adepto e capo carismatico, s’intravede la genesi di Scientology, ben nota setta religiosa fondata da L. R. Hubbard nel 1954. Anderson riesce però ad andare oltre, creando una storia che parla soprattutto di solitudine e potere, dove tutti gli uomini, ciascuno a suo modo, diventano portatori di peculiari devianze.
The Master quindi non è solo Lancaster Dodd nella sua ambigua fascinazione, ma diventa una presenza eterea che aleggia per tutta la pellicola, il Potere subdolo, talvolta rabbioso, che domina il mondo e tutti i sentimenti umani. Quello dalle catene invisibili, che ci trascina in torbidi abissi di follia.