Magic Mike, lo striptease si guarda al cinema

Dimenticatevi gli squattrinati di Full Monty o la sottoveste di Kim Basinger in 9 settimane e 1/2. Il 21 Settembre arriva Magic Mike, lo stripper – imprenditore.

Alcuni sostengono che il cinema sia vita, nel bene e nel male. Non è un caso allora che la sceneggiatura di Magic Mike, l’ultimo film di Steven Soderbergh, sia ispirata alle vicende personali dell’attore protagonista Channing Tatum. Che dopo aver conquistato Hollywood e il suo pubblico femminile, ha confessato un passato da bad boy come spogliarellista.

In quest’ultima fatica del regista americano Tatum interpreta Mike, ragazzo tuttofare che di notte smette (in tutti i sensi) i panni del lavoratore per dedicarsi allo striptease in un locale gestito da Dallas (Matthew McConaughey).

Qui Mike diventa “il magico”, un maestro del rimorchio e dell’arte senza veli, mandando letteralmente in delirio donne di tutte le età.

Quando incontra il diciannovenne “The Kid” (Alex Pettyfer), riconosce in lui tutte le qualità necessarie per diventare uno stripper di successo e decide di insegnargli l’antica pratica della seduzione e dei soldi facili.

Abbandonati i loschi intrighi di Traffic (2000) e le rapine faraoniche alla Ocean’s Eleven (2001), Steven Soderbergh si sposta dai grandi spazi dell’Argentina di Che Guevara (2008) verso gli strip-club americani.

Se gli squinternati proletari di Full Monty (1997, di Peter Cattaneo) avevano deciso di mettersi in mutande perché il governo inglese ce li aveva lasciati, dentro queste moderne alcove dell’amore continua a consumarsi l’american dream e i giovani sembrano essere disposti a tutto pur di trasformarlo in realtà.

Ma come tutte le commedie brillanti che si rispettino, l’amore è dietro l’angolo. Pronto a cambiarci e a metterci a nudo. La nostra anima però.