Alla scoperta degli alberi monumentali di Firenze

Sono i grattacieli verdi della città: giganti di foglie e legno sparsi per Firenze. Ti porto a spasso per parchi e giardini alla ricerca del fresco e delle meraviglie della natura.

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La storia di Firenze è anche botanica e vegetale. I musei e le piazze sono famose in tutto il mondo ma non fanno ombra e non profumano. Sembra che abbracciare gli alberi faccia un gran bene alla psiche. Se proprio non vuoi flirtare con le secolari chiome cittadine, una visita è sicuramente piacevole.

Il Pino domestico del Pratone

Ho sempre pensato che a Firenze tutto ha una storia da raccontare. Non fanno eccezione gli alberi monumentali che possono costituire le tappe di un percorso a caccia di frescura. Sapere di avere a che fare con dei grandi vecchi, mi fa pensare ancora di più quanto sia sorprendente questa città nel quotidiano.

Alberi a Firenze, Cascine

Il mio percorso inizia dalle Cascine, la nostra Amazzonia portatile in riva all’Arno. Nel pratone troviamo un ultra secolare pino domestico dalla verdissima chioma che è vicino di un bagolaro, anche lui di almeno 2 secoli.

Non vecchissimi ma comunque secolari anche i lecci che dal ponte della tramvia vanno verso il capolinea del 17. Sapendo quanto sono vecchi, mi piace sentire gratitudine e rispetto. E già questo mi rende più sopportabile la calura.

Il cipresso di Montezuma

In pieno centro, nell’orto botanico vicino piazza San Marco, ho invece fatto la conoscenza di uno splendido tassodio della famiglia dei cipressi messicani, i più resistenti all’acqua e alle inondazioni che la natura ci ha regalato. Mi piace immaginarlo come un verde amuleto porta fortuna per la città di Firenze.

Ha anche un bellissimo nome, il cipresso di Montezuma, in quanto è diretto parente del millenario albero di Santa Maria de Oaxaca. Un grattacielo verde di 60 metri. Nell’orto botanico non è certo il più vecchio.

Qui ho fatto la rinfrescante conoscenza di altri nonni: un tasso di quasi 300 anni, una sughera di oltre 2 secoli e la mia preferita, la Zelkova Crenata, che dal Giappone da oltre un secolo, si presenta alla recinzione di via la Pira.

 Giardino dei semplici, Firenze

Il glicine di piazza Pier Vettori

Nel caos del traffico, nello sferragliare dei carrelli del supermercato, sono andato a trovare un glicine di oltre 200 anni. Profumato, meraviglioso nella sua indifferenza ad auto e motorini. Mi è sembrato che avesse qualcosa da dire, di quando era la macchia di colore di una villa ottocentesca a pochi passi dall’Arno, ma non mi sembra fosse molto contento, di come è ora questa appendice di via Pisana.

Ho accettato il suggerimento e mi sono diretto nel vicino parco di Villa Strozzi, dove mi hanno accolto alberi non secolari ma regalandomi una idea di quanto era bella questa zona. Però quando passo in piazza Vettori, faccio sempre un saluto a questo antico glicine.

Querce, roverelle, lecci e cipressi a Castello

Un po’ snob, dall’alto delle loro chiome di oltre 300 anni, gli alberi di Villa Castello e Villa la Pietra, fanno però una splendida figura. La mia preferita è la roverella che trovi in fondo al giardino all’italiana di Villa Castello ma tutti gli alberi di questi giardini, sembrano accoglierti.

Villa Petraia Castello, Firenze

Per chi crede nelle energie sottili degli alberi, questo vi sembrerà uno dei posti migliori per ascoltare le vibrazioni benefiche, che da secoli si propagano dalle verdi colline sotto Monte Morello.

Il platano di Villa Montalvo

Il nostro percorso lo concludiamo nel giardino esterno della Villa Montalvo a Campi Bisenzio, dove ti aspetta per farsi ammirare un platano davvero di grande bellezza, dell’età di oltre 200 anni. In uno non ce la fai ad abbracciarlo tutto, con la sua circonferenza di più di 6 metri.

Alto oltre 20 metri, fa compagnia ad una affascinante Catalpa, che dopo aver fiorito in viola, si adorna di lunghe pigne a forma di sigaro per tutta l’estate. Più di una volta ho trovato qui studenti e appassionati a disegnarli dal vero. Famosi per la loro bellezza, gli alberi di Villa Montalvo, si prestano volentieri a farvi da modelli.

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Photo credits: immagine di copertina (alberi nel parco della Gherardesca), Villa Petraia e Cascine – Giuseppe Moscato; giardino dei semplici – Andreas Jungherr