Firenze, l’oricella e Palazzo Rucellai: una storia fiorentina

Palazzo Rucellai, in via della Vigna Nuova, è uno degli edifici storici più celebri di Firenze. Ma porta con sé una storia che non tutti conoscono.

Nel cuore del centro storico, al numero 18 di via della Vigna Nuova, si affaccia il famoso palazzo che porta il nome della famiglia fiorentina, ideato da Leon Battista Alberti intorno al 1445 su ordine di una delle famiglie più ricche e potenti dell’epoca, i Rucellai appunto.

La storia che porta alle fortune economiche e alla conseguente costruzione del magnifico Palazzo Rucellai, è però decisamente sui generis. Le tradizioni narrano che un mercante-viaggiatore antenato della famiglia Rucellai, Alemanno del Giunta – di ritorno da un lunghissimo viaggio in Oriente – scese da cavallo per fare i suoi bisogni fisiologici.

Stemma della famiglia Rucellai

Fino a qui, tutto bene. Il colpo di scena? La cosiddetta ”Pipì Miracolosa”: il mercante notò che, a contatto con l’orina, un’erba selvatica assumeva un colore violaceo. Pur non essendo certo un novello chimico, Alemanno cercò di approfondire la conoscenza del fenomeno, portando dei campioni alla bottega della Lana e della Seta dove lavorava. Ed ecco il colpo di scena: se fatta macerare nell’orina, l’erba era poi in grado di tingere i panni di un intenso colore viola.

Importata a Firenze, questa pianta guadagnò subito l’appellativo di ”oricella”, venendo utilizzata in modo massiccio per le tinture. Tanto che si arrivò a coltivarla in larga scala in una zona ad hoc di Firenze, ribattezzata col nome di ”orti oricellari”. Nomen omen. Così, la famiglia divenuta ormai ricchissima grazie anche a questa fortuita e bizzarra scoperta, assunse prima il nome di Oricellari, per poi ”ingentilirlo” in Rucellai.

Un colpo di abilità e fortuna, singolare connubio di casualità e curiosità, che portò un fondamentale apporto economico per la costruzione del magnifico palazzo in centro. Tutt’oggi ammirato.

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