Dalle pagine di Marco Vichi alla realtà di Firenze. Andiamo alla caccia dei luoghi immortalati nelle pagine del commissario Bordelli.
I romanzi di Marco Vichi sul commissario Bordelli nascono e si sviluppano riproponendo nitidamente i luoghi e l’atmosfera della Firenze del dopoguerra. Eccone alcuni dei più significativi.
I tetti di via de’ Neri
Approdo sicuro nella vita burrascosa da commissario, sui tetti di via de’ Neri abita Rosa, in un appartamentino acquistato grazie ai guadagni raccolti nel suo trascorso di meretrice nelle case chiuse fiorentine.
Amica e confidente, nella pace del suo divano, con il gatto Gedeone accoccolato sulla pancia, il nostro commissario ha trovato spesso insperate risposte ai casi più complicati.
San Frediano, la casa del commissario Bordelli
San Frediano è uno dei quartieri Diladdarno, popolata dagli artigiani oggi come allora. Qui, venendo da via dell’Orto, se svoltate a destra in via del Leone troverete una vecchia casa popolare dove, al terzo piano, aveva casa il commissario Bordelli.
Proprio da quell’appartamento, come raccontato in Morte a Firenze, la mattina del 4 novembre ’66 Bordelli si affacciò alla finestra e trovò un fiume di fango al posto della strada.
Le colline di Firenze
Le piccole frazioni delle colline di Firenze ricorrono più e più volte nelle vicende del commissario Bordelli. Quando per il ritrovamento di cadaveri che danno il là alle indagini del commissario, quando perché una passeggiata fra i boschi o a cercar funghi risulta decisiva per fare chiarezza fra mille pensieri.
Salito sul suo Maggiolino, Bordelli amava vagare nei dintorni di Firenze, in quella zona collinare che ricordava anche i monti dove aveva combattuto con i partigiani del San Marco, fino a qualche anno prima.
La Trattoria da Cesare
Non esiste preoccupazione che non sparisca di fronte a un bicchiere di buon rosso e a un piatto fumante preparato da Totò. Di questo il commissario Bordelli era più che convinto e per questo ogni volta che poteva si rifugiava a pranzare direttamente nella cucina dell’amico cuoco, alla Trattoria da Cesare in viale Lavagnini (fra la Fortezza e Piazza della Libertà).
Inutile, però, che cerchiate oggi la famosa trattoria (che se mai è esistita, non esiste più): gli spaghetti alla come mi pare di Totò rimangono purtroppo solo fra le pagine dei romanzi di Marco Vichi.
La Questura
Non è stando dietro una scrivania che si trovano assassini e serial killer; Bordelli lo sapeva e probabilmente è per questo che il suo ufficio in Questura – quasi una seconda casa – lo vedeva il più delle volte nervoso, in attesa di notizie che non arrivavano o a giocherellare con una sigaretta che si prometteva di non fumare e che finiva invece sempre per accendere.
La Questura, come raccontato nei romanzi, si trova ancora oggi in via Zara, a due passi dalla zona universitaria di San Gallo, con i suoi tanti bar dove il commissario Bordelli amava fermarsi per schiarirsi i pensieri con un buon caffè.
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