St. Patrick’s Day, omaggio a 6 grandi Irlandesi

Il giorno più green dell’anno, il St.Patrick’s Day. Una tradizione tutta irlandese che da qualche anno sta spopolando nel mondo. Oggi, 17 Marzo, lo celebriamo. A modo nostro.

L’identità, la storia e la tradizione dell’isola di smeraldo si rivelano sopratutto in questa antichissima e originale festa. Una cerimonia un po’ retrò, scanzonata, divertente e colorata. Rigorosamente di verde. Ecco dunque sei illustri Irlandesi che, in epoche e campi diversi, hanno lasciato un segno indelebile nel mondo.

Con loro, gli auguri a tutti gli Irlandesi in città per questa giornata particolare.

 

GEORGE BEST

Mito assoluto e senza tempo dello sport. Il quinto Beatle, prestato al mondo del calcio giocato. Nato a Belfast, ha scritto pagine leggendarie dentro e fuori dal campo da gioco; in un periodo scintillante. Legando il suo nome alla città di Manchester. Vincendo tutto il possibile fra Palloni d’Oro, Coppe Campioni e titoli d’ogni genere. Esuberanza e genialità allo stato brado. George-Boy: una vita sregolata e unica, fra centinaia di donne, macchine di grido, (tanto) alcool e amore eterno dei suoi compatrioti. Immortalato anche sulle banconote irlandesi.

PHIL LYNOTT

Un musicista, un artista come pochissimi: il Jimi Hendrix (al basso) d’Irlanda. Prima leader degli Skid Row e poi icona degli straordinari Thin Lizzy: carismatico, geniale, profondissimo nelle composizioni, talentuoso strumentista e cantante. Un performer che ha dato lustro alla scena Irlandese prima di tutti: precursore. Omaggiato da Guns N’Roses, Iron Maiden e Cranberries, solo per citarne alcuni. Un poeta sublime e umile: bruciato in fretta, con un finale tragico. Presente tutt’oggi nel centro di Dublino, con una statua in suo onore.

ARTHUR GUINNESS

Un nome, un prodotto. O meglio, un way of life: carta d’identità culturale e sociale di un intero popolo. La birra Guinness, l’intramontabile e tradizionale ale che fin dal ‘700 bagna le strade e i pensieri degli Irlandesi. Un marchio distintivo, portato con orgoglio e quel pizzico di devozione che si ha verso le grandi tradizioni. Un uomo d’altri tempi, vero self-made man: nato povero nella verdissima provincia irish, e arrivato in pochi anni a diventare identità di una Nazione: col suo nome e la sua birra. San Patrick è sopratutto il suo giorno.

PHILIP TREACY

Estro allo stato puro. Il cappellaio matto arrivato dall’isola verde ha prestato il suo talento creativo al gotha della moda, da Alexander Mc Queen a Valentino, passando per il Kaiser Lagerfeld. Talento e creatività all’ennesima potenza, sulle teste del who’s who internazionale. Sul red carpet, con Sarah Jessica Parker e Lady Gaga, come al matrimonio reale di William e Kate. Una scalata inarrestabile, capace di unire il fashion design al coraggio della migliore arte contemporanea.

OSCAR WILDE

Il dandy, l’esteta, artista raffinato e provocatorio nel modus vivendi quanto nello scrivere. Nato e cresciuto in una Dublino colta e spregiudicata, Wilde divenne l’eccentrico protagonista dei salotti dell’Inghilterra Vittoriana, per poi morire in Francia nella miseria più nera. Lasciando ai posteri un’eredità narrativa immensa, fatta di commoventi favole, aforismi brucianti, grandi opere teatrali e, soprattutto, la storia di Dorian Gray. Un alter ego totale e decadente, simbolo incontrastato del bene effimero della bellezza. Che rimane, ancora oggi, l’aperta dichiarazione del suo genio.

FRANCIS BACON

Una delle figure più importanti dell’arte del Novecento, nasce a Dublino nel 1909. La sua riflessione sulla condizione esistenziale dell’uomo, l’angoscia e la trasfigurazione formale nelle sue opere hanno creato quelle immagini sfocate e dissolte di un carattere forte e riconoscibile: di grande impatto. Probabilmente uno degli artisti più imitati del secolo scorso.

 

( Con la collaborazione di: Chiara Natali, Deborah Macchiavelli, Sara Filippi )