Chi ha seguito la prima parte di questa serie di articoli sa già che Firenze nasconde dei piccoli misteri.
I segreti della Firenze enigmatica sono talvolta supportati da basi storiche, altre volte accompagnati da simpatici aneddoti tramandati nel corso dei secoli.
La sfera sulla cupola del Duomo
In vetta alla Cupola del Brunelleschi spicca una sfera di rame dorato opera di Andrea del Verrocchio. Con un diametro di 2 metri e 30 centimetri ed un peso di quasi 2000 chili, questa sfera incorona il duomo dal 1468.
Nei primi mesi del 1600 un fulmine colpì la sfera causandone il distaccamento e facendola rotolare sul lato destro della cupola, fino a giungere a terra. Dopo due anni, Ferdinando I ordinò che la sfera venisse rimessa al suo posto.
Il punto esatto dove l’enorme palla atterrò è segnalato da un anonimo cerchio di marmo, posizionato sul lato della pavimentazione adiacente il Duomo che dà verso via del Proconsolo.
La finestra sempre aperta in SS. Annunziata
In piazza Santissima Annunziata, guardando in direzione di via dei Servi, alla vostra destra troverete un palazzo di mattoni rossi, conosciuto come Palazzo Grifoni.
Leggenda vuole che, verso la fine del Cinquecento, un membro della famiglia Grifoni partì per una delle tante guerre dell’epoca mentre sua moglie lo salutava dalla finestra. La donna passò giorni, mesi ed anni affacciata a quella finestra in attesa del suo sposo, invano: il marito non tornò mai a casa. Sopraggiunta la morte di lei la persiana venne finalmente chiusa, ma non per molto.
Secondo una prima versione il vicinato, talmente coinvolto da questa grande storia d’amore, protestò affinché la persiana fosse nuovamente aperta. Secondo altri invece al momento della chiusura della persiana all’interno della stanza iniziarono a manifestarsi strani fenomeni: oggetti che volavano, mobili che tremavano, insomma una sorta di ribellione degli elementi, che cessò solo al momento della sua riapertura.
Ufo a Firenze
L’espressione “a ufo”, che nulla ha a che vedere con gli extraterrestri, sembra invece essere nata a Firenze come acronimo della frase ad usum fabricae operis e più nello specifico nella nostra città ad usum Florentinae Operae.
La dicitura A U.F.O. era infatti riportata su tutti i materiali che erano destinati all’opera del Duomo e che per questo non erano soggetti all’applicazione del dazio. Da qui nacque il modo di dire “a ufo”, ossia senza pagare.
Il busto che ci guarda dall’alto
Sul lato che dà su via de’ Cerretani della Chiesa di Santa Maria Maggiore, si trova un busto in marmo conosciuto come “la Berta”.
Secondo una leggenda pare si tratti della raffigurazione di una venditrice di ortaggi, che vendeva i suoi prodotti proprio davanti alla chiesa e che munì la città di una campana che segnalava ai venditori l’apertura e la chiusura delle porte cittadine. I fiorentini, in segno di riconoscimento, la omaggiarono con questo piccolo busto.
Un’altra leggenda, certamente più intrigante, è conosciuta come “la maledizione di Cecco d’Ascoli”. Condannato per eresia, Cecco d’Ascoli, durante la processione lungo via de’ Cerretani che l’avrebbe condotto al rogo in piazza Santa Croce, chiese un po’ d’acqua.
A tale richiesta una donna di nome Berta si affacciò da una finestrina intimando a tutti di non abbeverarlo, nella paura che l’alchimista – avendo fatto un patto con il diavolo – bevendo non sarebbe bruciato. Il condannato, adirato per la risposta della donna, le gridò che non avrebbe mai più levato la testa di li. E così oggi la Berta continua ad osservare i passanti di via de’ Cerretani.