A Madrid esposto per la prima volta dopo il restauro il dipinto che secondo gli studiosi è nato di pari passo all’originale di Leonardo, nella sua bottega.
Al Prado fino al 13 marzo il debutto pubblico del dipinto di recente attribuito alla scuola di Leonardo. Una copia della Gioconda (comunemente identificata in Lisa, moglie ventenne del mercante di stoffe Francesco del Giocondo) diversa dalle centinaia d’altre esistenti perché coeva dell’originale.
La storia è simile a quella di tanti dipinti che stanno nei magazzini dei musei. Una copia scura, rovinata e apparentemente di poca qualità rimane “confusa” tra tante altre opere in deposito, fino a che un giorno non si decide di osservarla con più attenzione e attraverso gli occhi di tecniche scientifiche innovative.
Nell’ambito della grande mostra di Leonardo a Londra alla National Gallery si sono fatti alcuni esami approfonditi, tra cui una riflettografia i.r. (una tecnica che permette di vedere letteralmente sotto gli strati superficiali della pittura) che ha mostrato che sotto al fondo nerastro del dipinto si nascondeva un paesaggio molto simile a quello dell’opera originale leonardesca, anch’essa analizzata qualche tempo fa, con la stessa tecnica.
E’stato poi appurato che il supporto è una tavola di noce (molto usata in Toscana all’epoca) e non di quercia come si pensava, tutti elementi insomma che hanno generato un certo fermento e un po’ d’emozione tra gli addetti ai lavori e che hanno dato l’impulso finale alla decisione di rimuovere gli strati più scuri (una ridipintura Settecentesca) alla scoperta della pittura sottostante.
Ne è uscito un dipinto di grande qualità, meglio conservato dell’originale e che per questo offre la possibilità di leggere meglio alcuni dettagli della seggiola o del paesaggio; l’opera secondo gli studiosi potrebbe essere stata dipinta nella bottega di Leonardo da Gian Giacomo Capriotti (Salai) o da Francesco Melzi verso la fine del Quattrocento.
Dopo l’esposizione al Prado il dipinto sarà a Parigi dal 29 marzo al 25 giugno 2012 per la mostra “L’ultimo capolavoro di Leonardo: la sant’Anna”