Al secolo Ilaria Patassini, classe 1976, Pilar è sinonimo di voce, quella con la V maiuscola. Una donna poliedrica e affascinante. Si esibirà al Caffè Letterario delle Murate il 22 febbraio.
Cantante, interprete, autrice. Rivelazione di un talento, che ti prende e ti emoziona. Pilar pubblica il suo primo album nel 2007. Diplomata al conservatorio in Canto e Repertori da Camera, Pilar partecipa nel 2009 al progetto di musica ethno-jazz con l’ensemble Sinenomine. Si tratta di una rivisitazione in chiave contemporanea delle tradizioni popolari musicali del nostro sud.
In pochi anni Pilar si muove velocemente nel panorama della musica italiana. I suoi riferimenti musicali vanno da Lhasa de Sela a DulcePontes, da Antony and the Johnsons a Ivano Fossati. Partecipa a numerosi premi e concorsi e collabora con registi di teatro e autori di testi, come Bungaro. Nel 2010 il brano “Meduse”scritto proprio con Bungaro le permette la candidatura da parte della rivista inglese musicale NME agli NME AWards.
Il suo ultimo CD, dal titolo “Sartoria italiana fuori catalogo”, è uscito nell’ottobre del 2011. Il titolo fa riferimento alla moda, eccellenza italiana, che ci regala da sempre un ampio respiro internazionale. Ed ecco testi in spagnolo e francese, lingue con cui Pilar si muove con destrezza. L’album contiene 11 brani, di cui solo una cover “Con Toda Palabra” di Lhasa De Sela. Pilar ha scritto i testi, Bungaro le musiche e tutti coloro che hanno lavorato a questa “Sartoria” possono essere, a ragione, definiti “eccellenti artigiani”della parola, della musica e dell’arte contemporanea.
Pilar è in questi giorni in Francia per il suo primo concerto parigino (17 e 18 febbraio). Noi l’ aspettiamo a Firenze, dove la sua voce sarà accompagnata da una sola chitarra classica, per una tipologia di concerto unica ed intima. Eccezione sonora ammessa: collane di perle che prendono musica nel suo gioco e movimento di mani.
Prima del concerto è previsto uno show-case alla Libreria Feltrinelli di Via Cerretani (ore 18.30), dove Pilar parlerà di sé e della sua musica. E magari ci dirà perché, come è scritto nel suo sito, “ama l’autunno, i frutti di stagione, i boschi della Borgogna, la prua della barche a vela e le parole che la rincorrono”.
Foto di Paolo Soriani.