Fino al 2 settembre una mostra in due sedi per raccontare la parte del lavoro meno nota di due grandi artisti della nostra epoca Andy Warhol e Keith Haring.
La mostra che, dopo le sedi di Orbetello e Porto Santo Stefano, andrà a Castell’Azzara a Arcidosso e a Castel Piano ha un titolo esteso e un po’ faticoso ma che spiega chiaramente quale sia il suo tema. Ordinary world. Andy Warhol, Pietro Psaier and the Factory artworks / Keith Haring, Paolo Buggiani and the Subway drawings.
L’intenzione è quella di raccontare due aspetti, tra quelli meno noti, dell’attività di due personalità cardine dell’arte contemporanea Andy Warhol e Keith Haring.
In particolare, per quel che riguarda Warhol si accende l’attenzione su un aspetto della sua attività tra i più nebulosi e negli ultimi anni, chiaccherati: la sua attività di collaborazione con l’italiano Pietro Psaier.
Pare che i due si siano conosciuti negli anni ’60 e che abbiano collaborato a più di un progetto. Il “sembra” è d’obbligo essendo quella di Psaier una figura ambigua che è balzata agli onori delle cronache alcuni anni fa quando si è messa in dubbio la sua reale esistenza proprio mentre andavano in vendita alcune opere a lui attribuite del periodo della Factory.
I Subway Drawings di Keith Haring invece, sono il risultato del lavoro dei primi anni di attività dell’artista, quando Haring sconosciuto street-artist mostrava il suo modo di vedere le cose direttamente nella metropolitana di Manhattan.
Molto di quel materiale è arrivato fino a noi grazie a Paolo Buggiani che l’ha fotografato e in parte recuperato e conservato. Paolo Buggiani è un artista-performer italiano che fu grande amico di Haring.
Il progetto nel suo complesso mette a confronto il lavoro di artisti che hanno lavorato sulla veicolazione di un messaggio destinato a tutti.
Warhol e il suo ruolo determinante di punto di riferimento imprescindibile per la generazione di artisti degli anni ’80 e Haring, uno di questi artisti e le sue prime opere, corpus interessantissimo e poco noto.