Fino al 4 marzo, al museo Annigoni a villa Bardini, una selezione di circa 60 opere di Luciano Guarnieri. Il nucleo proviene dal fondo acquistato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
La mostra non si limita ad esplorare la fiorentinità di Luciano Guarnieri, presenza costante nella vita civile, non solo artistica, di Firenze fino al momento della sua scomparsa nel 2009, ma pone in evidenza i sui affascinanti viaggi.
Negli Stati Uniti a fianco di Giuseppe Prezzolini (l’amico Prezzy) quelli in Messico, nella Praga invasa dai carri armati sovietici, in Israele che si dava forma dopo gli orrori dell’Olocausto e nasceva come uno stato giovane popolato da giovani e nella vastissima Cina. Opere che accompagnano in un unico lunghissimo viaggio vissuto attraverso i suoi occhi.
Una seconda sezione è dedicata agli esordi, mentre una terza, vede riuniti alcuni dei suoi autoritratti, i ritratti della moglie Dolores Angleton, e dei due figli Francesco e Lorenzo. E qui, risulteranno evidenti le grandi possibilità di un ritrattista capace di coniugare tradizione e novità di inizio secolo (il Novecento).
Una parte è, infine, dedicata all’amicizia fra Guarnieri e ‘Prezzy’. Tra le opere esposte, una serie di acquerelli, che furono realizzati da Guarnieri durante la sua visita alla residenza di Giuseppe Prezzolini sul Lago di Lugano.
Luciano Guarnieri, allievo prediletto di Annigoni, come il suo maestro si è confrontato nella sua carriera con varie tecniche, dalla pittura su cavalletto, ai disegni, agli affreschi alle litografie. Sotto la sua guida, ha assimilato la lezione che vuole la composizione regolata da leggi severe.
Guarnieri divenne, con quel talentuoso modo di padroneggiare il disegno, il testimone, il narratore della Firenze che rinasceva dalle ferite subite nella seconda guerra mondiale come da quelle subite con l’alluvione del 1966 o quelle, ancora più recenti della bomba dei Georgofili.
Un artista che ha ritratto Firenze non solo nelle vie più conosciute del centro, ma anche in zone meno consuete e scontate riuscendo a vederne la luce e quell’atmosfera unica così difficile da descrivere a parole che è propria di Firenze.
Firenze, che Guarnieri ha amato profondamente.