Il Buono il Matto il Cattivo. Uno spaghetti-western dall’estremo oriente

Il regista coreano Kim Jee-woon si cimenta in uno spettacolare tributo a Sergio Leone.

Quasi un remake

L’omaggio non è solo nel titolo, la trama del film (uscito in Italia il 18 novembre) segue a grandi linee la stessa storia vista più di quarant’anni fa nel capolavoro Il buono, il brutto, il cattivo: tre personaggi ben caratterizzati, un grosso tesoro e una guerra a fare da sfondo.
Il brutto viene però sostituito da un matto, a rappresentare il taglio ridereccio che il regista ha voluto imprimere alla vicenda.

Dal vecchio West alla Manciuria

Lo sfondo non è più la guerra di secessione degli Stati Uniti, stavolta ci troviamo in Manciura ad assistere alle battaglie che videro l’esercito indipendentista coreano scontrarsi con gli occupanti giapponesi negli anni ’30.

Un banchiere giapponese assolda un sicario narcisista chiamato Chang-yi (il cattivo) con il compito di trovare e consegnargli una preziosa mappa, mappa di cui è alla ricerca anche il cacciatore di taglie Do-won (il buono), per conto dell’esercito coreano. La mappa però è rocambolescamente finita nelle mani del ladruncolo Tae-goo (il matto).

La battaglia tra i tre darà vita a momenti di azione spettacolari (grazie ad una produzione ad altissimi livelli) conditi da una comicità irriverente che permea l’intera pellicola.

Il buono: Do-won (Jung Woo-sung)
Il matto: Tae-goo (Song Kang-ho)
Il cattivo: Chang-yi (Lee Byung-hun)