L’Istituto Russel-Newton di Scandicci ospita fino al 21 marzo la mostra fotografica I cento sguardi, progetto itinerante che racconta Corleone attraverso gli scatti dei giovani che la abitano. Una città che non è solo mafia e padrini, Riina e Provenzano, ma che racchiude in sé bellezza e legalità.
Cento macchine fotografiche usa e getta per cento studenti corleonesi. Così è nato un anno fa il progetto fotografico I cento sguardi con lo scopo di raccontare il paese attraverso gli occhi di chi lo vive e vuole liberarsi degli stereotipi che legano Corleone a Cosa nostra.
La mostra è un vero e proprio viaggio attraverso una Corleone inedita, un paese immerso in una natura bellissima, fatto di vicoli e scorci suggestivi dai quali si scorgono i luoghi simbolo della lotta alla mafia e gli immobili confiscati a Cosa nostra. Segni tangibili della voglia dei corleonesi di bellezza e legalità, come dimostra il cartello della strada che celebra la data dell’arresto di Provenzano.
L’iniziativa è nata dall’idea di Margherita Abbozzo e Alessandra Capodacqua in collaborazione, tra gli altri, con la cooperativa Lavoro e non solo che da oltre dieci anni gestisce un’azienda agricola che coltiva terreni confiscati a Cosa Nostra.
La mostra è approdata in Toscana grazie al sostegno di Unicoop Tirreno e alla collaborazione col Comune di Scandicci nell’ambito del progetto Libera, la tua terra nato per promuovere l’educazione alla legalità.
Il titolo del progetto è un omaggio a Peppino Impastato, politico, attivista e conduttore radiofonico famoso per le sue denunce sull’attività della mafia in Sicilia, la cui storia è stata resa celebre dal film I cento passi.