Una band che definire inimitabile sarebbe poco. Un ricettacolo sonoro di culture, storie, migrazioni ed energia sfrenata: parliamo dei Gogol Bordello.
Il gruppo Newyorkese (di adozione) si esibirà in concerto giovedì 8 dicembre alla Flog, dalle 21,30. Tappa dell’intenso tour europeo ribattezzato, per l’occasione, Gogol Acoustic Bordello: sarà, infatti, una formazione inedita – di cinque elementi su otto – quella che salirà sul palco fiorentino.
In questo caso la storia e le vicissitudini personali dell’anarcoide e gitano frontman – Eugene Hutz – sono semplicemente tutto, per capire il sound eccentrico ed esplosivo e l’estetica bizzarra che accompagna, sul filo della (lucida) follia, i gypsy di stanza nella Grande Mela.
Un personaggio da romanzo di Bukowski, nei luoghi dei film di Kusturica e Tarkovskij: (s)fuggito dalla natìa Ucraina subito dopo l’apocalisse di Chernobyl, Hutz girovaga per tutto l’Est Europa. Arrivando anche in Italia, in uno scenario dai sapori e dai colori trasposti – come per magia meta-cinematografica – da Gatto Nero Gatto Bianco. Non tradendo le sue radici rom, Eugene continua nel suo bagaglio folk di esperienze on the road, fino al 1993: si trasferisce a New York. Nell’ombelico del mondo artistico.
Qui tira su una band strana – c’è chi direbbe strampalata – ma ricchissima di esperienze e differenze. Bohemiènne con l’estetica di The Snatch. Affoga in un calderone folk-zigano le speranze e le angosce tipiche del sound Newyorkese di fine anni ’70: il punk. Una miscela globish, altamente infiammabile.
Nascono, così, i Gogol Bordello. Un crocevia di mondi: figlio di difficoltà, bellezze ed entusiasmo paesano, rivisitate in salsa statunitense. Un mix folle: come Goran Bregovic a nozze al CBGB, la Mecca del punk a stelle e strisce. Prontamente ribattezzato dalla critica gypsy-punk.
E poi, i live. Meritano una menzione a parte: sarabande folk estreme, energia punk che (tra)suda dal palco, con l’animo e l’entusiasmo delle feste balcaniche. Un melting-pot sconcertante, un’atmosfera da vivere. Sopra le righe. La band è divenuta celebre a New York sopratutto per gli show dal vivo: giostre circensi sonore, al limite dello spasmo. Alternando influenze orientali, balcaniche, filarmoniche russe, tarante ed east coast americana dei ’70s. Mandando in delirio il variegato pubblico di Lower East Side e dintorni.
Insomma – anche se non sarà al completo – la giostra musicale che sbarcherà alla Flog è di quelle da prendere al volo: saltando su per farsi trasportare, per una notte, chissà dove nel folklore gitano. Ma non è proprio questo il bello?