Firenze, i fiorentini e la musica: un’identità espressa sotto forma di note, parole e suoni. A volte una vera e propria eredità artistica cittadina.
Vi avevamo segnalato 3 grandi libri di altrettanti autori, adesso è il turno della musica: la forma d’arte più varia e popolare per eccellenza. Di seguito 4 dischi che hanno segnato – in modi ed epoche profondamente differenti – molte generazioni; raffigurando lo spirito del tempo fiorentino all’interno di sette note, un pentagramma, strofe e riff di chitarra.
CATERINA BUENO – LA TOSCANA DI CATERINA (1969)
Caterina Bueno, molto più di una semplice cantante. Spagnola di origine, ma fiesolana di nascita, ha rappresentato per Firenze e la sua musica tradizionale un’emancipazione: portando i canti popolari, legati a una tradizione orale e relegati a repertorio folkloristico, sui palchi e nelle case di tutta Italia.
Nel periodo storico dell’autunno caldo, dove la (contro)cultura iniziava ad attecchire nel Bel Paese; influenzando in maniera decisiva cantautori ancora acerbi ma dal grande futuro: Francesco De Gregori (in foto) ed Eugenio Bennato su tutti.
NARCISO PARIGI – RICORDO DI FIRENZE (1957)
Un nome, un simbolo di Firenze: è Narciso Parigi. Ricordato ab aeternum in città per le note – cantate – che divennero l’inno della Fiorentina. In un periodo in cui Firenze ricostruiva i suoi ponti e viveva una crescita sociale e culturale sotto i mandati di Giorgio La Pira, la musica leggera di Parigi impresse immagini della città tutt’oggi memorabili.
La Firenze di Mattinata Fiorentina e Firenze Sogna, stornelli che dagli angoli di una città arrivarono perfino in tournée negli Stati Uniti. Monumento vivente.
LITFIBA – 17 RE (1986)
Parlando di rock, pronunci Firenze e leggi Litfiba. La storia di Pelù, Renzulli, Maroccolo &co. è (arci)nota e tutt’oggi impareggiata. Dallo scantinato di via de’ Bardi, esce un suono disturbato, futuribile e irresistibile che scuote una città in pieno fermento artistico. Sono gli anni ’80, il decennio di platino cittadino: Piero e soci escono col capolavoro di quella che sarà una lunga e gloriosa carriera: 17 Re.
Un LP che supera la new-wave e si fa capostipite di un rock indipendente e senza compromessi. Senza mai citare direttamente Firenze, ne è patrimonio artistico (e sociale) indiscusso.
DIAFRAMMA – SIBERIA (1984)
Impossibile non citare i Diaframma di Federico Fiumani. E sopratutto l’album capolavoro degli anni ’80, Siberia. Un compendio della new-wave, uno dei più grandi dischi nella storia della musica rock italiana. Firenze era appena stata eletta Capitale Europea della Cultura, dalla scena indie cittadina usciva una voce baritonale e rarefatta che richiamava i grandi gruppi post-punk d’Oltremanica.
Siberia è sopratutto questo: l’anima culturale di una città aperta sull’Europa, sulla sua cultura alternativa ed anti-edonista, che muoveva le coscienze dark della nuova generazione dei primi anni ’80. Pietra miliare.
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