Nel 2012 il mondo dell’arte ha ricordato in particolare due anniversari, i 150 anni di Gustav Klimt e i 100 anni del maestro dell’action painting Jackson Pollock.
L’11 agosto del 1956 la Oldsmobile di Jackson Pollock si schianta contro un albero sulla strada di Long Island e poche centinaia di metri dall’abitazione dell’artista. Pollock ubriaco era alla guida, nell’incidente perse la vita anche Edith Metzger un’amica, sopravvisse invece la sua amante, Ruth Kligman. Pollock aveva 44 anni.
Qualcuno ha detto che non sono molti gli artisti capaci di evocare immediatamente un’immagine del proprio lavoro solo pronunciandone il nome. Sicuramente Jackson Pollock è uno di questi.
Padre di un modo di esprimersi comandato dall’inconscio, lavorava come se un insieme di forze interiori si scatenassero e confluissero nel gesto. Non casuale, non generico, ma perfetta espressione senza filtri o sovrastrutture della sua creatività. Nessuno prima aveva mai fatto qualcosa di simile.
Nato a Cody nel Wyoming il 28 gennaio 1912 si interessò presto al disegno e alla pittura e intorno ai vent’anni, trasferitosi a New York, studiò in alcune scuole mostrando subito un modo particolare di usare il colore e un’indipendenza energica e sicura.
Dal ‘46 si dedicò a sviluppare quella che poi diventerà una tecnica vera e propria: il dripping (letteralmente, sgocciolatura) un modo di usare il colore facendolo gocciolare, schizzare, colare dal pennello direttamente sulla tela, stendendo questa sul pavimento e entrando fisicamente nell’opera per realizzarla.
Una concezione del gesto e della sua non casualità così forte e incisiva che lo fece imporre come uno dei maestri, insieme a De Kooning, dell’action painting.
Nel 1949 un giovane Hans Namuth incontrava per la prima volta Pollock per realizzare un servizio fotografico che avrebbe illustrato un articolo della rivista Life dal titolo È lui il più grande pittore vivente degli Stati Uniti? e che ne decreterà il definitivo successo.
La fama creò una pressione che Pollock non seppe reggere e che, acuendo problematiche già esistenti, lo portò a una morte assurda e prematura.
Forse il più grande artista statunitense di sempre, sicuramente un vero rivoluzionario.