Denaro e Bellezza fino al 22 gennaio a Palazzo Strozzi

“Lo svantaggio del denaro è che ogni prodotto e servizio assume un valore unitario, autorizzando i paragoni più improbabili: una botte di vino costa 20 soldi, una preghiera per un caro defunto 10, una prostituta 15. Questo ci turba.”

Una riflessione attuale. Il denaro può comprare ogni cosa?

La mostra “Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità” inaugurata a Palazzo Strozzi il 17 settembre e attiva fino al 22 gennaio 2012, sembrerebbe parlare di tempi moderni:  le speculazioni, la corruzione, gli interessi e i sotterfugi che ruotano attorno alla ricchezza. E ancora il ruolo della politica, la voce della Chiesa, il cambiamento della società, degli usi e dei costumi, in nome del Dio Denaro.

Un tuffo nel passato: sarete mercanti, ricche madonne o pii predicatori?

Eppure, nonostante i temi attualmente scottanti, percorrendo le suggestive sale di Palazzo Strozzi, seguendo passo passo l’esposizione curata (in duplice – e discordante- voce) dalla storica dell’arte Ludovica Sebregondi e dallo scrittore e traduttore Tim Parks, vi sentirete catapultati nella Firenze del Rinascimento. Come mercanti privi di scrupoli vi ritroverete a guardare  con occhi avidi la bella moneta del fiorino d’oro, a calcolarne il valore e a convertirlo in sacchi di pepe nero, sete preziose o mirra.

Il banchiere e la moglie guardano con fare rapace un mucchio di monete. Alle loro spalle la candela si è spenta. Hans Memling.

La chiesa condanna l’usura e l’ostentazione della ricchezza. Esplode il Rinascimento

Chi praticava l’usura veniva scomunicato. Erano tempi duri per i banchieri fiorentini, che dovevano ricorrere a mille sotterfugi per aumentare il valore dei loro denari: complicati sistemi di transizioni economiche, cambiavalute, acquisti e passaggi di merci ricercate e preziose. Fioriscono i commerci, esplode la ricchezza: siamo nel Rinascimento. L’ostentazione dei beni di lusso è severamente punita dalle leggi suntuarie: è vietato ingioiellarsi e vestire tessuti rari e sfarzosi; severe direttive regolano matrimoni e funerali. I mercanti, con l’apparente intento di mostrare la loro alacre fede, commissionano ai pittori del tempo pale d’altare (si può ammirare, appena restaurata, la magnifica Pala della Zecca), racconti di santi, Madonne ingioiellate e ammantate di abiti preziosi. La Chiesa sembra gradire, ma il grande affresco proveniente da Santa Croce ricorda (in chiave dantesca) che tutti bruceranno all’Inferno.

Pala della Zecca, particolare da supporto luminoso. foto Giulia Fonnesu

 

Allestimenti minimal e preziosismi discreti a Palazzo Strozzi

Non aspettatevi esplosioni di colori e profusioni d’oro. La mostra -curata da Luigi Cupellini- sembra allestita sotto l’occhio inquisitore di Savonarola. Prevalgono  i grigi, le luci soffuse. Per poi esplodere nei particolari: una preziosa scarsella rinascimentale, monete d’oro, forzieri con chiusure segrete, quadri di Madonne vestite di abiti sfarzosi, tessuti pregiati e raffigurazioni di mercanti in manto purpureo, simbolo di ricchezza. Più di cento opere di artisti come Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, e poi ancora i Della Robbia (magnifico lo stemma della famiglia dei Pazzi), Lorenzo di Credi, Andrea del Verrocchio, Jacopo del Sellaio, Hans Memling.

Preziosa scarsella cerimoniale del Rinascimento

E per Savonarola furon fuoco e fiamme!

Savonarola segnò la crisi della casata medicea, facendo bruciare in un enorme, simbolico rogo, pensieri, filosofie neoplatoniche, culture elitarie. La risposta fu un voltar pagina verso il quinquennio laurenziano, la congiura dei Pazzi  e la conversione del Botticelli che, perduta la protezione di Lorenzo, smise di dipingere belle dame e si convertì mestamente. Nel 1496 dipinse il famoso quadro che in questi giorni ricopre tutti i minibus di Firenze e che tanto ci ha fatto penare al liceo con le sue allegorie: La Calunnia. Forse per questo, forse perchè i fiorentini non lo sopportavano più, pochi anni dopo il frate domenicano fu impiccato e arso in Piazza della Signoria.

"La calunnia" dipinta da Botticelli nel 1495, in piena crisi esistenziale

Una mostra per tutti

L’allestimento permette di visitare la mostra anche con i bambini, seguendo differenti itinerari tematici e giocando con i percorsi multimediali. Per apprezzarla appieno è necessario leggere con calma le didascalie, o noleggiare le audioguide: serve quindi almeno un’ora e mezza per poterne fruire nel modo giusto.Il palazzo organizza visite guidate, itinerari a tema, collegamenti con altri monumenti a Firenze. Interessanti biglietti cumulativi, per famiglie e annuali. Con lo stesso biglietto si accede alla mostra alla Strozzina.