A Firenze la fotografia colta e provocatoria di Joel Peter Witkin

Una mostra che stordisce, incanta e scardina le certezze sulla pacatezza del mezzo fotografico. Fino al 24 giugno 2013 il Museo Nazionale Alinari della Fotografia di Firenze presenta Joel Peter Witkin.

55 fotografie che valgono come 110, perché la mostra di Joel Peter Witkin americano di Albuquerque nato a New York nel 1939 è così intensa da sembrare che persino gli spazi del MNAF siano raddoppiati.

Immagini ricche e allo stesso tempo estremamente pulite dove convivono riferimenti alla storia dell’arte, suggestioni immaginifiche e oniriche, legami con l’attualità e una maestria tecnica, che oggi si dice d’altri tempi e che in sostanza è quella che appartiene ai grandi maestri della fotografia, anche contemporanea, come Witkin.

Joel Peter Witkin a Firenze

Difficile affidare il racconto di Witkin al termine fotografo, Witkin è di più, si potrebbe definire un artista che si esprime attraverso la fotografia e questa per lui non è solo uno strumento di rappresentazione, ma è protagonista quanto il soggetto.

Non è sufficiente pensare di vedere queste immagini, c’è una tale concentrazione di elementi che è indispensabile guardare, lasciare che l’opera fagogiti i nostri sensi.

Witkin spiega come lo spettatore del suo lavoro dovrebbe leggere sempre, prima di tutto, il titolo dell’opera, in questo troverà l’idea, la suggestione dalla quale questa si è alimentata.

Un’idea che rispecchia la visione di Joel Peter Witkin, l’importanza del significato di un’opera, i criteri di bellezza che travalicano quelli rinascimentali e la convinzione che la morte come parte della vita possa essere rappresentata spogliata della sua pesantezza, senza ossequio, ostentata persino.

I riferimenti di Witkin sono moltissimi e colti, per gli appassionati d’arte il rimando a opere e artisti più o meno conosciuti apparirà rassicurante per un verso, destabilizzante per l’altro perché Witkin rielabora, interpreta, costruisce e dà vita alle sue idee, alle sue suggestioni attraverso parti.

Parti di storia, parti di oggetti, parti di opere e parti di corpi umani, che entrano nella composizione in modo dissacrante e scandalosamente normale.

L’ottimo senso della composizione, la magistrale tecnica e la forza concettuale del soggetto danno vita a opere che trascendono l’aspetto macabro e morboso, opere che spingono a un’empatia, una sorta di feeling tra spettatore e oggetto.

Joel Peter Witkin

Witkin lavora in analogico, ottiene le sue immagini manualmente attraverso la tecnica del collage e senza l’uso del digitale o di software di postproduzione. L’elaborazione delle immagini attraverso azioni come il graffio, lo strappo dei negativi o l’uso di vari tipi di filtri in fase di stampa, sono parte fondamentale del lavoro di Witkin e aspetto distintivo delle sue opere e di quel loro carattere di ricchezza.

Una mostra molto bella, intrigante e consistente. Un Joel Peter Witkin decisamente da non perdere.

Joel Peter Witkin
Il Maestro dei suoi Maestri
A cura di Baudoin Lebon

21 marzo – 24 giugno 2013
Museo Nazionale Alinari della Fotografia MNAF
Firenze, p.zza Santa Maria Novella 14a r

Orario: 10.00 – 18.30 chiuso il mercoledì
Biglietto: intero 9,00; ridotto 7,50; convenzioni 6,00; bambini fino a 5 anni gratis