Pollock a Firenze è già una bella sorpresa, Pollock a Palazzo Vecchio, un’idea ardita che ero davvero impaziente di vedere e scommetto che vale lo stesso per la maggior parte di voi.
Non so quale sia il vostro rapporto con le mostre: di solito, la mia prima curiosità è capire che tipo di mostra è quella che andrò a vedere, se è una mostra corredata di studi, se è una mostra celebrativa o se è una mostra modaiola, senza voler dire che quest’ultima categoria sia per forza priva di sostanza. Sì, perché poi alla fine, conta la sostanza, nel senso che conta ciò che mi appaga, quello che per un verso o per l’altro mi lascia contenta di quel che ho visto e, nei casi migliori, capito.
Per Pollock La figura della furia questa mia curiosità non s’era soddisfatta, quindi sono arrivata a Palazzo Vecchio aperta a tutte le possibilità ma, ovviamente, in cerca di sostanza.
Credo che l’idea alla base di questa mostra sia un’intrigante intuizione che vede un collegamento tra Rinascimento e contemporaneo che prende forma attraverso due grandi maestri e geni di quei tempi, Michelangelo e Jackson Pollock.
Se per capire Jackson Pollock è necessario guardare alla sua formazione, e si scopre che Michelangelo è parte importante di quella formazione allora, questa mostra ci offre qualche spunto interessante. Di fatto, dagli archivi del Metropolitan Museum of Art di New York arrivano alcuni bozzetti di studio dove Pollock disegna Michelangelo e questi, sono assolutamente una bella scoperta. E’ la cosa che mi è piaciuta di più questa mostra, piccola mostra che, se non è riuscita, credo, a mostrare la furia di Pollock ha invece mostrato quella di Michelangelo.
La furia, l’energia, è Michelangelo come dice perfettamente Givone, e questo si vede anche negli schizzi di studio di Pollock. Pollock parte da lì, parte da Michelangelo e in un certo senso da Firenze. Come tanti -tutti- prima e dopo di lui direte, però, in questo caso, parrebbe esserci un legame più evidente, ma forse questo non è semplice da dimostrare e mostrare.
Oltre al corpus di bozzetti del MET, in mostra ci sono alcune altre opere di Pollock, bei pezzi ma non sufficienti per vedere come l’energia, la furia, ha preso corpo nel gesto contemporaneo; non sufficienti perché forse la grande dimensione delle opere è, nel lavoro di Pollock, un elemento che esplicita il suo fare in modo diretto, immediato e qui, le grandi dimensioni non ci sono.
C’è però un apparato multimediale allestito a San Firenze che credo di non aver mai visto per nessun altra mostra prima. È suggestivo e d’impatto; intrigante l’illusione di essere dentro un dipinto di Pollock in divenire o di camminare sul pavimento del suo studio, forse di tutta la mostra, paradossalmente, è la parte che esplicita meglio Pollock, il suo lavoro.
Direi che è una mostra alla quale si dovrebbe andare un po’ preparati altrimenti si rischia d’essere delusi, magari per non aver capito.
Pollock. La figura della furia 16 Aprile – 27 Luglio 2014
Palazzo Vecchio (Sala dei Gigli e Sala della Cancelleria)
Piazza della Signoria 1
Complesso di San Firenze (Sala della musica)
Piazza San Firenze
Biglietto unico per ambedue le sezioni della mostra è in vendita esclusivamente presso la biglietteria di Palazzo Vecchio
intero € 12.00; ridotto € 9.00
Biglietto per la sezione di Palazzo Vecchio
Intero € 10,00; ridotto € 8,00
Biglietto per la sezione di San Firenze
Intero € 5.00; ridotto € 2.00
Credits: per l’immagine di copertina: Jackson Pollock Earth Worms, 1946
olio su tela Tel Aviv Museum of Art Collection, dono di Peggy Guggenheim, Venezia attraverso l’American-Israel Cultural Foundation, 1954© Jackson Pollock, by SIAE 2014