Giardino Bardini, Firenze

3 collezionisti e 3 musei di Firenze: Stibbert, Horne e Bardini

Ci sono due inglesi e un italiano. No, non è l’inizio di una barzelletta, bensì la storia di 3 collezionisti che hanno tanto amato Firenze da donarle le loro inestimabili collezioni d’arte.

Si deve infatti a Frederick Stibbert, Stefano Bardini e Herbert Percy Horne la creazione di alcuni tra i più interessanti, e purtroppo meno conosciuti, musei fiorentini.

Vissuti tutti a cavallo tra l’800 e il ‘900, collezionisti ed esperti d’arte fiorentina, questi tre personaggi hanno lasciato a Firenze delle collezioni dal valore inestimabile, con la sola promessa da parte del Comune, di rendere fruibili questi patrimoni.

Museo Stibbert

Museo Stibbert Firenze

Uno degli obblighi a cui il Comune di Firenze si è dovuto attenere è quello di lasciare la collezione negli ambienti per cui era stata pensata. Stibbert infatti non solo ha riorganizzato e ristrutturato l’interno della sua villa sul colle di Montughi, ma ha anche realizzato nel parco uno splendido giardino romantico all’inglese, un tempietto egizio, una limonaia e una scuderia.

Nato da madre italiana e padre inglese, Frederick cresce in una famiglia dalle antiche tradizioni militari, lui stesso si arruola nel 1866 nelle Guide di Garibaldi. Forse per questo i primi pezzi della sua collezione sono proprio armature e armi provenienti da tutta Europa.

La sua collezione, circa 50mila oggetti, comprende appunto armature, arazzi, armi, costumi e oggetti di arte applicata. Molto suggestiva è la sala delle armature, detta della cavalcata oltre alla sezione dedicata alle armature giapponesi.

Se sei appassionato di storia troverai il mantello che Napoleone ha indossato quando è stato incoronato re d’Italia e l’armatura funeraria di Giovanni dalle Bande Nere.

Il museo Stibbert di Firenze è visitabile dal lunedì al mercoledì dalle 10.00 alle 14.00, dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00. Il giovedì resta chiuso.

Museo Horne

La casa di un uomo del Rinascimento. Così si presenta questo piccolo ma interessante museo, situato nel Palagetto Corsi in via de’ Benci. Herbert Percy Horne lo acquista nel 1911 per ospitare una collezione iniziata con il Deucalione e Pirra del Beccafumi e che si è poi arricchita con opere di Giotto, Simone Martini e del Lorenzetti. Il nucleo principale è costituito da opere dei maestri toscani del ‘300 e del ‘400.

Museo Horne Firenze

Horne, inglese adottato da Firenze già dal 1896, nel suo testamento lascia allo Stato italiano il palazzo e la collezione a patto che venga istituita una fondazione a suo nome. Dal 1921 il pubblico può visitare le bellissime sale del museo Horne. Oggi dal lunedì al sabato, dalle 09.00 alle 13.00.

Una piccola curiosità: cerca il ritratto di Herbert Horne e prova a indovinare cosa tiene in mano. Non dovrai allontanarti molto per scoprire che si tratta della riproduzione della Venere del Giambologna, un bozzetto parte della collezione.

Museo Bardini

Stefano Bardini (1836-1922) antiquario e collezionista, utilizza una serie di edifici in disuso, tra cui la chiesa sconsacrata di San Gregorio della Pace per ospitare la sua collezione.

Il lunedì, il venerdì, il sabato e la domenica, dalle 11.00 alle 17.00, avrai modo di perderti nei due piani dell’edificio vicino a Ponte alle Grazie e di osservare da vicino più di 2mila pezzi tra sculture, dipinti, cassoni quattrocenteschi, medaglie, tappeti orientali e oggetti di arte applicata.

Museo Bardini, ph. Saiko

Bardini si era formato come pittore e copista all’Accademia di Belle Arti di Firenze, cimentandosi anche con alcune operazioni di restauro. Dell’insieme di edifici acquistati dal collezionista faceva parte anche la Villa Bardini e il suo meraviglioso giardino, da cui potrai godere di una vista impagabile su Firenze.

Gli originali di 3 opere emblematiche per Firenze hanno trovato asilo nel museo Bardini: il famoso Porcellino di Pietro Tacca, il Marzocco dorato dell’architrave di Palazzo Vecchio e il Diavolino del Giambologna (situato all’incrocio tra via Vecchietti e via Strozzi).

Anche Bardini, come Stibbert e Horne, donò la sua collezione al Comune di Firenze tramite testamento, a condizione che fosse aperta al pubblico e che incoraggiasse e accogliesse gli studiosi.

Photo Credits: Museo Stibbert – Robert Kimberly; Museo Horne e Museo Bardini – Sailko.