Alcuni giorni fa ho finito di rileggere per la quarta volta uno dei miei libri preferiti, L’idiota di Dostoevskyj.
Quasi nessuno lo sa, ma Dostoevskyj lo scrisse durante un esilio per debiti che terminò a Firenze nel 1869 (se andate al n. 18 in Piazza Pitti c’è una targa che ricorda la sua permanenza).
Ad un certo punto de L’Idiota il principe Miškin afferma che “La bellezza salverà il mondo”.
Questa frase mi è tornata in mente ieri, all’improvviso, mentre guardavo il gol di Gilardino durante Fiorentina-Bologna.
Cosa c’entra Dostoevskyj con le partite della domenica?
Mi sono chiesta se la bellezza, oltre che il mondo, potrebbe salvare anche il calcio italiano. Renderlo improvvisamente privo di partite vendute, laser puntati negli occhi dei portieri, dichiarazioni al vetriolo, separazioni in casa. Far risorgere l’amore tra Mihajlović e Della Valle, per dirne una.
Si tratta di una domanda la cui risposta è probabilmente troppo complessa per essere affrontata qui.
L’inizio di stagione (e un attacco un po’ stagionato)
Di questo inizio di stagione l’aspetto certamente non bello è che i nostri migliori Club partono da una posizione di seconda fascia rispetto alle Grandi d’Europa e questo sarà il primo campionato che non ci permetterà di poter portare 4 nostre squadre alla prossima Champions League, vedendoci superati anche dalla Germania nel ranking europeo.
La Serie A 2011/2012 ha visto il suo debutto nella serata di venerdì con l’anticipo tra Milan e Lazio a San Siro e il campo ha mostrato almeno due dati di fatto: il primo è che un regista come Pirlo, al Milan, avrebbe fatto ancora molto comodo e il secondo è che il neo-attacco della Lazio sarà pure un po’ stagionato (33 anni per Miroslav Klose e 30 per Djibril Cissé), ma può dire ancora la sua.
La partita infatti, dopo una manciata di minuti, regala un inaspettato uno-due della formazione romana, con protagonisti prima il capocannoniere di Germania 2006 e poi l’estroso ex attaccante del Panathinaikos.
Quando tutto sembra ormai quasi scritto, il Milan si ricorda di essere la formazione Campione d’Italia e grazie al tandem Ibrahimovic –Cassano, riesce prima a fissare il punteggio sul 2-2 e poi a sprecare varie occasioni per portarsi addirittura in vantaggio. Inaspettatamente, la non invidiabile palma del peggiore in campo va ad Alessandro Nesta, protagonista di due imperdonabili (e decisamente poco belli) svarioni difensivi.
Napoli, Cesena e il “Fight Club”“…Questa è la terza regola del fight club, quando qualcuno dice basta o non reagisce più, anche se sta
solo facendo finta, il combattimento è finito”.
Le parole di Chuck Palahniuk devono essere state più o meno quelle che il tecnico del Napoli Mazzarri ha pronunciato ai suoi prima che scendessero in campo sabato sera, schierando una formazione d’assalto che ha subito colpito con il “Pocho” Lavezzi e che, dopo un primo
tempo combattutissimo e finito sull’1-1, nel secondo è riuscita a sfiancare e a rendere inerme (complice anche l’espulsione di Benalouane dopo un sacrosanto doppio giallo), quello che fino ad allora era stato un ottimo Cesena e a regalare il colpo finale dell’1 -3 con Marek Hamsik.
La Juventus e la “sindrome di Kinsella”
La Juventus, per il secondo anno consecutivo protagonista di una campagna acquisti compulsiva e un po’ confusionaria, degna della saga Kinselliana “I Love Shopping”, nell’anticipo dell’ora di pranzo, si ciba del Parma e lo fa con un pasto di luculliana memoria, grazie a un 4-1 che per adesso smentisce tutti gli scettici.
I nuovi acquisti schierati in campo da Conte si sono fatti valere, soprattutto Pirlo che con tocchi di pura magia ha saputo magistralmente comandare l’orchestra bianconera e poi Vidal che ha anche segnato un gol capolavoro.
Lichsteiner ha confermato di essere quell’ottimo terzino già ammirato durante la sua militanza nella Lazio, mentre Pepe, reduce da una stagione con più bassi che alti, si prende una piccola rivincita giocando un’ottima gara con gol incluso.
Fiorentina-Bologna e lo Jo-jo
La Fiorentina debutta al Franchi contro un Bologna troppo remissivo e agguanta la vittoria grazie ai gol di Alberto Gilardino e di Alessio Cerci. Il bomber di Biella (che forse starà iniziando a dimenticare la polemica con la società per il mancato trasferimento al Genoa), incorna alla perfezione un perfetto cross proveniente dal redivivo Pasqual, mentre il raddoppio arriva con un bellissimo gol dell’ala romana. Nel complesso la squadra Viola dimostra un inaspettato vigore, che alla luce di un’estate vissuta all’insegna di partenze illustri (Mutu) e di giocatori che si aspettavano di approdare altrove (Montolivo, Gilardino), fa ben sperare, anche se l’avversaria di oggi, con tutto il rispetto per il Bologna, non era certo di grande livello. Un appunto su Stevan Jovetic: Jo-Jo, al rientro dopo un anno di infortunio, regala grandi giocate al suo pubblico. Se continuasse su questa strada e aggiustasse un po’ la mira sotto porta, potrebbe rivelarsi il vero acquisto della Fiorentina.
L’Inter del dopo Samuel Eto’o si presenta sul campo del Palermo col duo d’attacco Forlan – Zarate, entrambi in campo dal primo minuto. Passa una mezz’ora e i nerazzurri passano, grazie a un “tiraccio” di Stankovic che va quasi a rimbalzare addosso al Principe Milito, al quale basta un tocco col destro per infilare la porta dei rosanero.
Palla al centro e prima “bocciatura” dell’incontro: un evanescente Zarate viene infatti sostituito da Sneijder. Il Palermo rimonta con Miccoli, l’Inter passa di nuovo ancora con Milito su rigore ma viene di nuovo raggiunta dal Palermo con Abel Hernandez. La trama della partita è la seguente: Inter che attacca, Palermo che rilancia in contropiede riuscendo a creare troppe volte la superiorità numerica, cosa che alla fine porta i siciliani ad avere clamorosamente la meglio. Sul finale, Miccoli prima e Pinilla poi, portano il punteggio su un inaspettato 4-2 per la compagine rosanero, prima che Forlan riesca a segnare il gol del definitivo 4-3.
Cagliari-Roma e il signor Godot
Da segnalare la sconfitta della Roma ad opera del Cagliari, Roma reduce da un mercato che l’ha vista acquistare alcune tra le migliori giovani promesse del panorama internazionale come Lamela, Pjianic, o come Bojan, il quale però se non si affretta a “esplodere”, potrebbe finire per diventare un “Signor Godot”. I giallorossi riescono a produrre molto ma non a concretizzare.
Che la panchina di Luis Enrique sia già a rischio?
L’Udinese invece espugna il campo del Lecce grazie al solito ed eterno Di Natale, mentre un fortunato Genoa si fa
fermare sul 2-2 dall’Atalanta.
Insomma si può ben dire che questo è stato un inizio di campionato tutto sommato frizzante.
Dopo uno sciopero a inizio stagione, il motore del calcio italiano è ripartito, promettendo giochi di prestigio e ribaltoni dell’ultimo minuto; ma si sa “Rome wasn’t built in a day” e questa Serie A ha ancora 37 giornate per dimostrare se la bellezza è veramente in grado di salvare il calcio.