«Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore e incapaci di sbagliare.»
Nel capolavoro di Kubrick 2001: Odissea nello spazio è questo che afferma il calcolatore Hal 9000. Ma anche nel calcio italiano alcune squadre sono conosciute per essere (quasi) a prova di errore.
Negli ultimi 10 anni nelle posizioni di testa del nostro campionato si sono sempre alternate, con poche eccezioni di sorta, le solite formazioni: Inter, Milan, Juventus, Roma. Le squadre da sempre considerate “il top” del nostro calcio.
Ma in questo primo scorcio di stagione l’Italia non sembra essere più il paese dei grandi club: dopo 7 turni, la Juventus si trova nelle posizioni di testa, ma non riesce a convincere; il Milan sembra rinato, ma chissà se saprà confermarsi; l’Inter è addirittura in zona retrocessione.
Anche i bomber hanno nomi meno altisonanti: in testa alla classifica dei cannonieri troviamo a 5 reti Rodrigo Palacio e Sebastian Giovinco, attaccanti di Genoa e Parma. Esattamente un anno fa al loro posto c’erano Cavani ed Eto’o.
Questo primo assaggio di stagione non sembra tanto un film di fantascienza, come richiama il titolo di questo post, quanto un thriller della miglior specie.
Gli stereotipi del genere ci sono tutti: suspense, paura, colpi di scena conditi da cliffhanger che ci lasciano sempre col fiato sospeso, in attesa degli sviluppi successivi.
Vediamo se questo turno di A ci ha regalato i soliti brividi ai quali ci sta abituando e se le grandi sono state capaci di tornare ad essere a prova di errore:
Fiorentina – Catania: biliardo & Jo-Jo
Nell’anticipo del sabato alle 18, la viola del contestato Mihajlovic non riesce a sfruttare il vantaggio firmato da due fantastici colpi da biliardo di Jovetic. Il talento del montenegrino non è infatti sufficiente, dato che la squadra di casa si fa recuperare due volte, prima con Delvecchio e poi con Maxi Lopez. Da segnalare un rigore negato dall’arbitro Giannoccarro alla Fiorentina.
Sul finale Sinisa si gioca la carta Gilardino, al rientro dopo lo stop, il Biellese però non ha il tempo necessario per incidere. Fortemente criticato dai tifosi l’allenatore serbo, reo di essersi fatto espellere al 42° per proteste e di aver dimostrato (ancora una volta) di essere incapace di leggere la formazione.
Aspettando Delio Rossi?
Juventus – Genoa: la casa
Le polemiche sullo Juventus Stadium e il caso Del Piero: imbarazzi che cozzano un po’ con il proverbiale e impeccabile stile Juventus. Un “way of life” ammirato e invidiato, che però dai tempi di Giovanni Agnelli, passando per calciopoli, ha giocato sempre più al ribasso.
Malumori che aspettavano di essere spazzati via con una prestazione super, ma che lasciano il posto solo all’ennesimo pareggio.
Matri non basta perché i grifoni riescono a replicare colpo su colpo alla doppietta dell’attaccante bianconero, fissando con l’airone Caracciolo il punteggio sul 2-2 e lasciando ancora una volta l’amaro in bocca alla formazione di casa.
Una casa che da osannata arma in più, sta iniziando a diventare stregata, come quella dell’omonima trilogia horror di Raimi.
Lecce – Milan: Deus Ex Machina
Il Milan, con il lutto al braccio per la scomparsa di Simoncelli (tifoso rossonero), è sceso in campo a Lecce con la speranza di poter dimostrare di essere tornato di nuovo in lotta per i primi posti.
Una speranza che sembra vana alla fine di un primo tempo da black-out, che vede i rossoneri clamorosamente sotto di ben tre gol.
Allegri deve aver recitato un Mea Culpa nell’intervallo, perché la ripresa inizia così: dentro Boateng e Aquilani, fuori Robinho assieme ad uno spento Ambrosini, in evidente ritardo di condizione.
Il Milan ricomincia a carburare grazie soprattutto al Boa, che come un Deus ex Machina irrompe all’improvviso e rimette la situazione in parità in un quarto d’ora, con una tripletta che è un mix letale di classe e potenza. Come mai non era dentro dall’inizio?
Il quarto gol, quello del rocambolesco 3-4 per i rossoneri, porta la firma di Mario Yepes.
Non ci sono più dubbi: il Milan c’è.
Per finire
L’Udinese che conquista la vetta, seguita dalla Lazio. L’Inter che mostra i primi, timidi, segnali di vita: gli ingredienti per il nostro campionato da brivido ci sono ancora tutti e ne sono stati aggiunti addirittura altri.
In una stagione in cui le grandi sono un po’ più piccole e le piccole un po’ più grandi, l’unica certezza è che nessuna delle nostre squadre potrà però prescindere dagli errori, quelli ci saranno sempre.
D’altra parte, come ci insegna Kubrick, perfino i calcolatori sbagliano… non possiamo certo biasimare i protagonisti della nostra Serie A.