Mentre la tragedia era in atto e in Emilia si contavano, purtroppo, già le prime vittime, migliaia di utenti si sono riversati su Twitter per fornire o cercare informazioni sul sisma utilizzando l’hashtag #terremoto.
Il popolare social network in queste drammatiche ore (e durante il sisma del 20 maggio) è stato il mezzo di comunicazione più rapido, anticipando di molto i canali tradizionali e rivelando le sue potenzialità.
Purtroppo, mentre da un lato moltissime persone cercano di utilizzare queste potenzialità per diffondere notizie utili e portare aiuto alle zone maggiormente colpite, dall’altro c’è chi ha pensato “bene” di sfruttare la momentanea popolarità dell’hashtag #terremoto per farsi pubblicità in modo tutt’altro che elegante, un po’ quello che accadde l’anno scorso con lo stilista Kenneth Cole e il suo pessimo tweet lanciato mentre in Egitto erano in atto i primi moti rivoluzionari.
Per chi non li avesse ancora visti, ecco i Tweet incriminati.
Groupalia
Brux
Prenotable
Ma cosa si cela dietro la scelta di lanciare messaggi del genere?
Avidità senza scrupoli? Un freddo e crudele spirito opportunistico?
In molti, a ragione, hanno parlato di sciacallaggio, e gli screenshot degli sfortunati tweet hanno fatto il giro del web in pochi minuti, diventando un vero e proprio caso, di cui si sono occupate anche importanti testate.
A nulla sono servite le doverose scuse, se non a far addirittura imbestialire ancora di più molti dei già indignati detrattori.
Da parte mia non sono certo che gli autori abbiano agito rendendosi pienamente conto di quello che stavano facendo, sarei più propenso ad imputare il loro (grave) errore a inesperienza e ingenuità, o forse, in fondo, desidero che sia così.
Sulla totale mancanza di buon senso, al contrario, non c’è e non può esserci dubbio alcuno.