2 bufale su Firenze ai tempi di internet

La bufala è sempre in agguato e anche a Firenze si è abboccato all’amo talvolta.

Le bugie sono la moneta corrente del mondo e in un’epoca in cui le informazioni viaggiano più veloci della capacità di elaborarle, distinguere il falso dal vero non è sempre così facile.

Il crollo degli affreschi del Vasari

Il 25 gennaio 2013 due scosse del quinto grado della scala Richter scuotono l’Appennino tosco-emiliano. Poco dopo sui social network cominciano a girare voci allarmate: il terremoto avrebbe provocato il distacco degli affreschi del Vasari nel Duomo di Firenze.

Su Twitter cominciano a parlarne in molti, si invoca l’intervento del sindaco, la voce viene rilanciata da alcuni siti. Gli affreschi in realtà stavano alla grande, la falsa notizia infatti era stata messa in giro da un sito appartenente, tra l’altro, al network della Casaleggio & Associati e poi rimbalzata grazie all’effetto megafono del web.

Bufala

Starbucks sbarca a Firenze

Ad aprile 2012 il lancio di una enigmatica locandina promozionale scuote la rete. Starbucks – Florence Oct 2012, questo l’annuncio con al centro un giglio di composto da tanti chicchi tostati di caffè che compare su una pagina Facebook, a dire il vero in nessun modo riconducibile alla catena americana se non per l’uso del famoso logo.

firenze

La grafica però è ben curata, i toni da campagna di marketing virale azzeccati alla grande e in molti ci cascano in pieno. Le reazioni sono contrastanti.

In alcuni l’entusiasmo è alle stelle, si loda il Signore, ci si sbilancia in dichiarazioni tipo “Mi trasferisco a Firenze”, “Prenoto albergo e treno”, altri acclamano il tanto atteso wind of change con morigerato uso dei segni di interpunzione (“Era l’oraaaaaaaaaaaaaaa che questa città s’aggiornasse!!!!!!!!!! E siamo rimasti all’epoca di Dante!!!!!!!!!!!!!”).

Non mancano però i pareri negativi e anzi tra i commenti si delinea un odio viscerale e vagamente no-global nei confronti di Starbucks.

I toni sono a volte ironici (“Evviva! finalmente potrò bere beveroni a cinque euro invece che ottimi caffè a 90 cents!”),  a volte un pelino meno (“Via la m…. da Firenze!”), altri con scatto di italico orgoglio alzano la testa al grido di Yankees go home (“Scarsa qualità e scarso servizio che danneggiano chi ogni giorno si alza alle 6.00 per aprire il proprio bar. Ma restate in America”).

Infine c’è chi cerca la virtù nel mezzo (“Speriamo dia qualche posto di lavoro!”) e pensieri il cui significato non ci sarà mai svelato, come quelli di un certo Riesco Shibuya che dichiara: イタリアに、スタバ(^_^;).

Ovviamente Starbucks non ha mai avuto intenzione di aprire a Firenze né in altre città italiane e difficilmente lo farà. La vicenda nel suo piccolo è emblematica di come, nell’era di Google in cui ogni notizia sarebbe verificabile con qualche click, si preferisca sempre prima dire la propria e poi, se proprio è necessario, controllare che l’argomento della conversazione esista.