Giorgio Armani. L’eleganza senza tempo

Mentre Giorgio Armani spegne 78 candeline, ripercorriamo l’incredibile carriera del sovrano dello stile.

Nella nobiltà della moda italiana, lui spicca semplicemente come Re Giorgio. Raffinato stilista ma anche lungimirante imprenditore. Uno dei pochissimi che ha mantenuto completa proprietà del proprio marchio, siglando con le sue iniziali il successo nei campi più vari, dalla ristorazione alla cosmesi, passando per l’arredamento e per l’amato basket.

GA, dunque. Un logo esibito ma mai inflazionato, elegante come le sue creazioni, sin dalla prima collezione del 1975. Un unico diktat, per il quale il lusso non è aggiungere, ma togliere. Principio mai dimenticato, fino a diventare emblema di un‘eleganza preziosa ma sussurrata, mai sopra le righe, sempre incredibilmente chic.

Non potrebbe essere altrimenti per una matita che si ispira a Marlene Dietrich e Greta Garbo, e che anche nei pirotecnici anni Novanta sceglie di imporsi per look androgini ed essenziali.

Vessillo di questa volontà mai sopra le righe sono le inimitabili giacche, destrutturate fino alla più assoluta essenzialità, e un colore- non colore, quel greige  nato dall’incontro di sfumature di grigio e sabbia che nessuno riesce ad eguagliare.

Re Giorgio firma profumi, impone montature rotonde per gli occhiali, presta il suo talento a divise sportive, al cinema, si apre al prêt-à-porter e si conferma tra i più amati al mondo. La consacrazione ufficiale arriva nel 2000, con i suoi abiti esposti al museo Guggenhheim di New York, come autentici pezzi di arte contemporanea.

Un regno costruito su stoffe preziose e linee sobrie, una castello nel cuore del Quadrilatero della Moda di Milano, l’eterna maglietta nera al post del mantello, la chioma bianchissima a sostituire la corona: tutto emana classe e semplicità. Il less is more sarà pure un dogma inglese, ma certo lui ne è il più grande ambasciatore.

Passeranno le mode, non passerà lo stile Armani. Ieri come oggi, la vera eleganza non invecchia mai.