Anno dopo anno, non si può smettere di celebrarla. Il 4 maggio del 1929 nasceva Audrey Hepburn: mai dimenticata, rimane una musa contemporanea.
Minuta e sottile quanto caparbia e tenace, capace di vincere decine di premi tra Oscar, Golden Globe, BAFTA, e di avere ancora la forza per rimanere ben incollata alla realtà. Proprio così: ad un certo punto della sua carriera, alla scintillante vita Hollywoodiana, preferisce il caldo nido familiare e gli impegni umanitari, arrivando nel 1988 a diventare ambasciatrice dell’Unicef.
Si comincia nel 1951 con One Wild Oat, per poi scalare celermente la vetta con straordinari successi cinematografici: nel 1953 recita a fianco di un eccelso Gregory Peck in Vacanze Romane, che le varrà la vittoria dell’Oscar come miglior attrice. L’anno successivo esce nelle sale Sabrina, fino ad arrivare al capolavoro del 1961 Colazione da Tiffany, che le fa guadagnare un Oscar e la fama internazionale che ancora oggi non pare minimamente affievolirsi.
Il tubino nero di Givenchy indossato da Audrey nella pellicola, fu battuto all’asta da Christie’s nel 2006 per 467.200 sterline. E pensare che si trattava soltanto di una copia dell’abito originale.
Altre ancora sono le grandi pellicole che vedono protagonista la Hepburn; ma quello che è importante sottolineare è il potere di quel viso che rimane scolpito nell’immaginario di donne e uomini. Da ormai numerosi decenni. Una figura elegante: un metro e settanta di buon gusto che incede su delle ballerine, col capo avvolto da un foulard.
Così impressa nell’immaginario collettivo e popolare, da meritarsi un posto su borse e t-shirt di tutte le adolescenti del globo: diventando a tutti gli effetti (e nel senso letterale del termine) un’icona del XX secolo.