I segreti dell’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci

A Firenze quelli dell’Opificio delle Pietre Dure guardano dentro i dipinti. Scopriamo con loro  i segreti de l’Adorazione dei Magi di Leonardo.

L’Adorazione dei Magi degli Uffizi è certamente un esemplare unico, anche rispetto ad altre opere di Leonardo non finite, lo è perché in sostanza si tratta di un abbozzo. Di fatto Leonardo iniziò questo lavoro nel 1481 per l’altare del monastero di San Donato a Scopeto e non lo terminò mai perché dovette partire per Milano nel 1482.

Leonardo

L’opera di Leonardo, che molti ricorderanno di aver visto agli Uffizi, è stata presa in custodia dai laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure alla Fortezza da Basso per una campagna di indagini diagnostiche di cui, in conferenza, è stato presentato il risultato.

Quello della diagnostica è un campo che negli ultimi anni ha visto una crescita e uno sviluppo sempre più grande, le innovazioni tecnologiche hanno permesso di realizzare strumentazioni sempre più precise e decisive per la conoscenza dell’opera e per definire l’intervento di restauro più consono. Nel campo dell’ideazione e realizzazione di strumenti per la diagnostica il team fiorentino dell’OPD è decisamente all’avanguardia.

In particolare, nel caso dell’Adorazione dei Magi la campagna diagnostica è stata fatta usando strumentazioni non invasive, ciò significa che si può guardare dentro il dipinto di Leonardo senza toccarlo.

Significa che esiste una strumentazione che sfrutta i raggi x per distinguere i materiali. Significa che esiste una strumentazione per la riflettografia ir che mostra cosa c’è sotto i primi strati della pittura, come se si potesse “spellare un dipinto” e vedere il disegno che c’è sotto.

Significa che esiste una strumentazione uv che riesce a distinguere tra diverse vernici, vecchi restauri, patine non originali. Significa che esiste una strumentazione che realizza immagini in “falsi colori” cioè che assegna un certo colore a una certa composizione chimica. Significa anche la possibilità di una ricostruzione 3D dell’intera opera in particolare del supporto per poterne capire stato e possibile degrado.

Decisamente affascinante e ancora di più se si pensa che proprio Leonardo, l’artista più legato alla scienza e alle sue possibilità venga da questa, rivelato.

La  campagna diagnostica ha fornito elementi per la conoscenza più approfondita dell’opera e del lavoro di Leonardo, chiarendo che le modalità utilizzate per l’Adorazione dei Magi sono le stesse usate dal maestro per il San Girolamo dei Musei Vaticani, per la Vergine delle Rocce di Londra e per la Vergine col Bambino e Sant’Anna del Louvre.

Cosa si è scoperto di come dipingeva Leonardo?

Prima di tutto, aspetto interessante e dissimile da altri lavori, per quest’opera Leonardo non utilizza un cartone per riportare il disegno sulla tavola, ma realizza un disegno a mano libera anche se la scena è molto complessa .

Cecilia Frosinini, vice direttore della sezione restauro dell’OPD fa notare inoltre che sono moltissime ” le figure o i passaggi dove Leonardo cambia decisamente idea tra la prima e la seconda fase grafica, per poi modificare l’idea ulteriormente quando, sopra l’imprimitura, passa a dare le prime stesure di colore.”

E ancora “..sullo strato di preparazione Leonardo eseguì, a mano libera, il disegno grafico preliminare a punta secca. Tirò le linee guidate di costruzione architettonica grazie all’ausilio di un chiodino che segnalava il punto di fuga (il cui foro è stato ritrovato in corrispondenza del tronco dell’albero centrale).

Leonardo raffermò poi il segno grafico con una stesura acquerellata nera, data a pennello (che già apporta le prime modifiche rispetto al progetto originario). Con tratti veloci e larghi segnalò poi le ombreggiature e andò costruendo i volumi, col pennello intriso in una acquerellatura blu”

Il dipinto tornerà presto agli Uffizi, dopo un intervento di risanamento del supporto e pulitura della superficie dipinta che saranno un omaggio a Leonardo e l’occasione per conoscere di nuovo, sotto un’altra luce, uno dei maggiori capolavori della storia dell’arte italiana.