Filmscapes di Dawn Dudek. L’arte incontra il cinema

Dal 21 Novembre al 3 Gennaio la cupola dell’Ideal ospita Filmscapes, la mostra dell’artista canadese.

L’arte ispirata dal cinema: Dawn Dudek.
Dopo la presentazione al 63esimo Festival di Cannes, l’artista sbarca all’Ideal di via il Prato a Firenze.
Fotogrammi, scene, disegni rubati al cinema. Opere che colpiscono per l’approccio innovativo, attingendo al suo background di graphic designer.

Saving Clementine

Dawn Dudek, allontanandosi dai canoni classici, estrapola fotogrammi da narrazioni cinematografiche e dona loro una veste sorprendente.
I dipinti, realizzati con una particolare tecnica di pittura, ci proiettano nel cinema italiano degli anni 50’-60’, ma non solo.

Nothing happens twice

Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Kate Winslet, Jim Carrey e tanti altri raffigurati in ripetizione, isolati e assemblati in due tele, per rendere incisivo un concetto ed espressiva un‘immagine.
Il riconoscimento del soggetto ci conduce ad una suggestiva interazione con l’artista.

La casa de mama

Dawn Dudek adotta uno stile singolare, con cui rapisce il nostro sguardo, ammaliato dai colori vividi dell’opera La casa de mama a quelli chiaroscuri, sfumati di Laisse tomber, come uno scatto di un’epoca svanita.

Laisse tomber

Il soggettivo ritagliato da una trama e spogliato della sua personalità.
Nell’ultimo anno le sue opere sono state esposte in Francia, Spagna e Germania.
Racconti visivi indipendenti dipinti dall’impronta fotografica e cinematografica.

Tempest

“Per molti anni ho apprezzato l’aspetto più fotografico dei set cinematografici. La mia esperienza in visual design mi ha reso ancora più interessata ad esplorare la singola scena prelevata dal contesto. Quando si selezionano i frame, preferisco concentrarmi sulla mia interpretazione rispetto a dei miei tempi specifici, in contrasto con la rilevanza della trama originale. Infatti, separazione e duplicazione delle composizioni sono due degli aspetti più interessanti del mio lavoro. Il soggetto acquista così più dinamismo, conferendo soggettività alla serie di fotogrammi congelati nel tempo e nella memoria.”